“Bitcoin” è una sorta di “moneta virtuale” che può essere coniata in modo anonimo da parte di chiunque e che può essere sfruttata per effettuare transazioni online. Il sistema su cui si basa “Bitcoin” è stato concepito nel 2008 da Satoshi Nakamoto, sfrutta l’utilizzo di un software opensource e di una rete peer-to-peer.
“Bitcoin” non poggia su un database centralizzato ma su un archivio distribuito tra i vari nodi della rete in cui vengono registrate dinamicamente tutte le transazioni effettuate. L’impiego di un algoritmo crittografico fa sì che i “bitcoins” possano essere spesi solamente dal legittimo proprietario e che monete già “elargite” a terzi non possano essere in qualche modo recuperate.
“Bitcoin” evita di appoggiarsi a carte di credito ed istituti bancari spazzando via anche inflazione e tasse (chi usa le monete virtuali, dette gettoni, può volontariamente offrirsi di versare un corrispettivo per ciascuna transazione effettuata; in questo modo la velocità di trasferimento crescerà ed un incentivo per tenere attivi i nodi della rete). I detrattori, che la definiscono come “la moneta virtuale più pericolosa“, fanno comunque presente come “Bitcoin” possa essere potenzialmente sfruttato per avviare il commercio di materiale illegale attraverso la Rete. Diametralmente opposta la posizione della Electonic Frontier Foundation (EFF) che considera “Bitcoin” un progetto sottratto all’ingerenza dei governi.
Ad ogni modo, per la prima volta nella sua storia, un singolo “Bitcoin” viene oggi valutato ben 34 dollari. Si tratta del controvalore più elevato in assoluto (basti pensare che nel 2011 la moneta valeva meno di due dollari).
Il successo della moneta non sembra avere più confini ed è accettata da un sempre maggior numero di siti web (ricordiamo, ad esempio, Reddit, WordPress e lo stesso MEGA di Kim Dotcom).
Tra i punti a favore di “Bitcoin” non è possibile non annoverare la sicurezza intrinseca del sistema: gli attacchi sferrati alla piattaforma sono stati piuttosto limitati. L’unico incidente degno di nota si è verificato lo scorso settembre quando un aggressore è riuscito ad impossessarsi di 250.000 dollari in monete virtuali. Le cose furono sistemate ed oggi sono sempre di più a scommettere su quell’ambizioso progetto che, nelle fasi iniziali, fu definito come “un folle sogno anarchico“.
L’idea della moneta virtuale sta piacendo molto anche ad Amazon che ha già presentato i suoi “Coins” e che, forse, in futuro, potrà valutare anche l’accettazione dei “Bitcoins” (Amazon lancerà a maggio “Coins”, la sua moneta virtuale).