Così come era accaduto nel caso di Google nei giorni scorsi, questa mattina la Guardia di Finanza ha fatto visita alla filiale italiana di Facebook. I controlli sarebbero stati posti in essere per verificare le modalità con cui Facebook Italy ha provveduto a versare imposte al fisco. L’attività delle fiamme gialle è evidentemente tesa a controllare che la sede milanese di Facebook corrisponda effettivamente gli importi che l’Agenzia delle Entrate si aspetta di ottenere.
È infatti prassi comune, tra le multinazionali di più grandi dimensioni, spostare parte della fiscalità su filiali costitute in Paesi ove la tassazione è nettamente inferiore. Sebbene tale pratica non sia illegale, i rappresentanti di diversi governi europei hanno iniziato a porla attentamente sotto esame contestando che introiti e redditi palesamente derivanti da attività svolte in un certo Paese debbano essere correttamente dichiarati al fisco in quella stessa nazione.
Nel caso di Google Italia il Ministero dell’Economia e delle Finanze, in seguito ad un’interrogazione parlamentare, aveva parlato di redditi non dichiarati al fisco italiano per un totale di circa 240 milioni di euro (vedere l’articolo La Guardia di Finanza pone al vaglio Google Italia). Non sono invece trapelati dettagli, almeno per il momento, sulle eventuali contestazioni che sarebbero state rivolte a Facebook.
Dalla sede italiana di Facebook si fa sapere che il social network “paga le tasse in Italia come parte della sua attività nel Paese e rispetta molto seriamente i propri obblighi ai sensi della legislazione italiana in materia fiscale. Facebook lavora a stretto contatto con le autorità fiscali di ogni Paese in cui opera per garantire conformità con la legislazione locale. Ha cooperato pienamente con la GDF nel corso delle indagini e intende continuare a farlo“.