La Federal Trade Commission (FTC) statunitense ha avviato una verifica per ciò che concerne il rispetto, da parte di Google, del diritto della concorrenza. L’agenzia governativa USA effettuerà un’indagine per accertare se il colosso fondato da Larry Page e Sergey Brin abbia utilizzato pratiche anticoncorrenziali per “tagliare le gambe” alle società rivali.
Nel giro di qualche giorno, un “comitato” composto da cinque membri trasmetterà a Google alcune citazioni segnalando ai vertici della società l’avvio di una procedura d’investigazione. Secondo le notizie pervenute dagli States, i controlli dell’FTC sarebbero ancora in fase embrionale: l’invio di alcune notifiche a Google non implica, almeno allo stato attuale, l’esistenza di alcun genere di violazione.
In ogni caso, quella che ha preso il via potrebbe essere la più grande inchiesta federale subita da Google dal momento della nascita della società sino ad oggi. Un’operazione del genere è stata auspicata da numerosi concorrenti di Google che già dallo scorso anno hanno ripetutamente spinto per ottenere una verifica ufficiale da parte dell’agenzia governativa.
Le “malelingue” hanno spesso ipotizzato come Google alteri appositamente i risultati delle ricerche per promuovere soprattutto i suoi servizi. Uno studio di Benjamin Edelman (ved. questa pagina), pubblicato all’inizio dell’anno, era proprio teso a dimostrare il presunto comportamento di Google teso a favorire l’universo dei suoi siti web. Microsoft stessa aveva denunciato Google presentando un esposto alla Commissione Europea (ved. questo nostro articolo). Da parte sua Google ha sempre negato di favorire chicchessia dichiarandosi disponibile a dimostrare il comportamento cristallino dell’azienda ed il funzionamento del suo business.
Lo stesso guru di Google, Matt Cutts, aveva gettato acqua sul fuoco confermando come il motore di ricerca dell’azienda di Mountain View non modifichi manualmente le SERP ma l’indicizzazione sia frutto di un approccio del tutto automatizzato (ved. questa pagina). Chi afferma il contrario, secondo Cutts, sarebbe in malafede ed ha invitato a non lanciare inutili illazioni.
Mentre in Europa c’è già un’indagine in corso, non è comunque chiaro su quali servizi targati Google si possa concentrare l’azione della FTC.