Nonostante le minacce di ritorsione da parte degli Stati Uniti, segnatamente da parte dell'”amministrazione Trump”, la Francia ha appena approvato l’applicazione di una tassa sui servizi digitali. Nel mirino, innanzi tutto, i colossi d’Oltreoceano che in Francia ottengono ricavi superiori ai 25 milioni di euro.
Secondo il governo francese aziende come Google e Facebook, pur operando attivamente nel Paese transalpino, non versano al fisco abbastanza tasse usando l’escamotage della sede stabilita in uno stato estero.
La tassa viene applicata nella misura del 3% sul fatturato per tutte le imprese straniere che generano introiti per un totale complessivo di oltre 750 milioni di euro, di cui almeno 25 milioni in Francia.
Stando a quanto stabilito, l’imposta avrà valore retroattivo e verrà applicata dall’inizio del 2019: le Entrate francesi contano così di raccogliere circa 400 milioni di euro aggiuntivi solamente nel corso di quest’anno.
La Commissione Europea ha stimato che nel vecchio continente, in media, le imprese tradizionali sono soggette a un’aliquota fiscale del 23% sui profitti mentre le multinazionali come quelle che adesso vengono poste nel mirino versano tra l’8% e il 9%.
Al centro del provvedimento ci sono circa 30 società, per lo più gruppi statunitensi come Alphabet, Apple, Facebook, Amazon e Microsoft ma anche realtà cinesi, tedesche, spagnole e britanniche.
Robert Lighthizer, attuale rappresentante commerciale degli Stati Uniti, ha commentato che presto sarà avviata un’indagine per determinare se quanto deciso in terra francese sia “discriminatorio o irragionevole gravando o limitando la libertà commerciale delle società statunitensi“. Non è escluso che il presidente Trump possa decidere per l’applicazione di imposte e restrizioni nei confronti delle imprese francesi.
Di “tassa sui giganti del web” si è spesso parlato in Europa ma le trattative sono più volte saltate, soprattutto per via della spinta di Paesi come l’Irlanda che ha beneficiato della possibilità di attrarre imprese tecnologiche grazie a un regime fiscale molto più favorevole.
La Francia, a questo punto, sembra isolata rispetto agli altri Stati membri dell’Unione avendo imboccato una strada mai battuta in precedenza.