La fondazione che segue direttamente la progettazione e lo sviluppo del single-board computer Raspberry Pi ha annunciato il lancio di Raspberry Pi Pico, un compatto ed economico microcontrollore che può essere utilizzato in un ampio ventaglio di progetti.
Il codice può essere caricato direttamente sul microcontrollore e, cosa ancora più interessante, Raspberry Pi Foundation ha utilizzato il suo chip RP2040 chip. Ciò significa che la fondazione ha iniziato la produzione dei suoi chip in totale autonomia.
Sì, è già possibile controllare altri dispositivi con una Raspberry Pi ma i microcontrollori come Pico sono progettati proprio per assolvere a questa specifica esigenza.
Sono economici, sono piccoli e assorbono pochissima energia. Ed è possibile cominciare lo sviluppo di un progetto con una breadboard per evitare le saldature.
Il microcontrollore può essere abbinato a una piccola batteria e può funzionare per settimane o addirittura mesi. A differenza dei computer, i microcontrollori non eseguono sistemi operativi tradizionali: il tuo codice gira direttamente sul chip.
Raspberry Pi Pico consta di decine di pin di ingresso e in uscita ai lati del dispositivo: essi sono essenziali perché costituiscono l’interfaccia per comunicare con altri componenti.
Per esempio si può fare in modo che Pico interagisca con una luce LED, ottenere dati da vari sensori, mostrare alcune informazioni su un display e così via.
Il bello è che Pico può dialogare con Adafruit, Arduino, Pimoroni e Sparkfun, tutti egualmente supportati. Una mossa intelligente quella di Raspberry che vuole così dare il via alla creazione di un intero ecosistema di progetti basati sul chip RP2040 per poi presentarne in futuro di più potenti.
Il SoC utilizzato in questo caso è un dual core basato ovviamente su architettura ARM (lavora a 133 MHz), usa 264 KB di memoria RAM, offre 26 pin GPIO inclusi tre ingressi analogici, una porta micro-USB e un sensore di temperatura. Non è dotato dei moduli WiFi/Bluetooth e costa soltanto 4 dollari.
Per usare Pico e programmarne il funzionamento basterà collegarlo ad esempio a un PC attraverso la porta micro-USB: il dispositivo sarà rilevato come un’unità esterna.
La programmazione vera e propria del microcontrollore si farà in C oppure in MicroPython, linguaggio di sviluppo ispirato a Python e adattato espressamente ai dispositivi come quello appena svelato da Raspberry.