La Commissione Europea ha comunicato di aver avviato un’indagine a carico di Google per possibile abuso di posizione dominante nel mercato dei motori di ricerca. Secondo la denuncia presentata da alcune società concorrenti del colosso di Mountain View, Google avrebbe posto in essere delle pratiche sleali con lo scopo di massimizzare la visibilità dei propri prodotti e servizi.
Come si spiega da Bruxelles, la Commissione verificherà se Google abbia, con un disegno ben preciso, abbassato il ranking di siti web che offrono servizi potenzilamente concorrenziali rispetto a quelli offerti dall’azienda guidata da Eric Schmidt. Al centro delle indagini vi sarebbe anche il “trattamento” riservato a portali che si occupano di comparare i prezzi di molti prodotti presenti sul mercato. Già a febbraio scorso, era stata avviata un’indagine preliminare nei confronti di Google proprio in relazione alla gestione delle SERP (le pagine che vengono mostrate in seguito ad una qualunque interrogazione dell’utente). La Commissione porrà al vaglio anche le segnalazioni pervenute da alcune società che hanno lamentato le condizioni di esclusività che Google avrebbe imposto ad alcuni partner per ciò che riguarda l’esposizione di banner pubblicitari.
Da parte sua Google ha immediatamente commentato l’avvio delle investigazioni in ambito europeo offrendo massima disponibilità a cooperare: “lavoreremo con la Commissione Europea per affrontare le loro preoccupazioni” ha fatto presente il colosso americano. “Sin da quando l’azienda è stata creata, ci siamo impegnati per fare la cosa giusta per i nostri utenti e per il nostro settore: abbiamo fatto in modo che la pubblicità fosse sempre chiaramente indicata come tale, abbiamo fatto in modo che gli utenti possano trasferire i propri dati in modo semplice quando decidono di passare ad altri servizi e abbiamo investito pesantemente in progetti open source. Tuttavia ci sarà sempre spazio di miglioramento“.
L’apertura del “fascicolo europeo” non implica automaticamente una qualche responsabilità da parte di Google. Lo conferma anche la Commissione Europea che puntualizza come l’iniziativa non implichi necessariamente l’esistenza di violazioni delle norme sulla concorrenza: l’attività degli esperti europei è incentrata proprio a verificare la non sussistenza di comportamenti poco cristallini.