L’ufficio brevetti americano (USPTO) ha risposto picche alla domanda inoltrata da Google con la quale veniva richiesta la registrazione del marchio Nexus One, il nome con cui il colosso di Mountain View ha battezzato il suo telefonino basato sul sistema operativo Android (ved., in proposito, queste precedenti notizie).
Il rigetto della domanda avanzata da Google non è da considerarsi definitivo: alla società fondata da Larry Page e Sergey Brin è concessa l’opportunità di sottoporre all’attenzione dell’USPTO documenti ed argomentazioni che possano far cambiare idea ai responsabili dell’ufficio brevetti.
L’USPTO ha motivato la decisione spiegando come il marchio “Nexus One” ingenererebbe confusione con un altro nominativo, registrato da Integra Telecom, un fornitore di accesso Internet wireless che opera in undici degli stati occidentali USA.
Da Integra apprezzano la strada percorsa dall’ufficio brevetti statunitense dichiarandosi comunque disposti a risolvere la questione con Google. “Google non ci ha ancora contattati (…) ma confidiamo di poter cooperare per soddisfare i nostri rispettivi obiettivi di business“.
Al momento Google commercializza Nexus One esclusivamente attraverso il suo sito web. Il telefono, inizialmente progettato per la rete T-Mobile, ha iniziato a distribuire versioni destinate agli utenti di altri provider come AT&T e Sprint.
Gli osservatori hanno più volte criticato il modello di business di Nexus One, basato sulla vendita diretta del prodotto, ed hanno giustificato il numero limitato di vendite, sinora fatto segnare, sulla base della scelta di Google di commercializzare lo smartphone a festività natalizie ormai concluse.