Il cofondatore di Wikipedia, Jimmy Wales, ha recentemente presentato il suo social network “alternativo”, una piattaforma che ambisce in futuro a diventare un lido sempre più battuto da coloro che preferiscono non condividere più dati con realtà come Facebook e Twitter.
Certo, WT:Social – questo il social network varato da Wales – conta ad oggi appena 78.000 iscritti ma nasce con degli obiettivi di elevata caratura.
WT:Social, acronimo di WikiTribune (un progetto che era stato lanciato nel 2017 come servizio per la condivisione di news, poi rapidamente accantonato in forza dello scarso interesse raccolto), vuole combattere la fake news, stroncando tutti quei comportamenti nocivi purtroppo all’ordine del giorno sulle piattaforme più note.
Wales spiega che WT:Social poggia sulle donazioni degli utenti registrati e che per nessun motivo utilizzerà alcuno dei loro dati. Secondo l’imprenditore statunitense sui social tradizionali i veri vincitori sarebbero sempre i contenuti di bassa qualità.
Con un approccio totalmente differente, incentrato sui bisogni degli utenti e sul rispetto della loro privacy, Wales guarda al primo obiettivo ovvero quello di raccogliere in un tempo ragionevolmente breve qualcosa come 50 milioni di iscritti. E cita come modello realtà come Spotify e Netflix anche se si tratta di aziende impegnate sulla pubblicazione e la distribuzione di contenuti multimediali.
Al momento l’iscrizione è gratuita ma gli utenti vengono automaticamente inseriti in una lista che viene via a via smaltita. Effettuando una donazione, l’utente viene subito registrato senza attendere oltre.
L’idea di Wales è la stessa alla base di Wikipedia: in WT:Social tutti i contenuti caricati sulla piattaforma potranno essere modificati o cancellati dagli altri iscritti. Anziché assumere persone in carne ed ossa e sviluppare algoritmi per l’individuazione e la rimozione delle fake news, in WT:Social saranno gli utenti stessi a promuovere i comportamenti più virtuosi penalizzando viceversa coloro che tentano di diffondere notizie e contenuti frutto di fantasia, rielaborati ad arte per favorire l’interesse di pochi o che comunque sono progettati per distorcere i fatti e la realtà.