La nuova interfaccia Thuderbolt, appena lanciata sulla nuova gamma dei MacBook Pro di Apple, potrebbe nascondere qualche problema di sicurezza. Secondo Robert Graham, CEO di Errata Security, la neonata porta Thunderbolt – che promette un’ampiezza di banda pari a 10 Gb/s e che, stando a quanto dichiarato da Intel, può essere ulteriormente migliorata sino a raggiungere i 100 Gb/s – offrirebbe un importante appiglio agli aggressori che abbiano accesso “fisico” alla macchina da violare. Così come nel caso dell’interfaccia Firewire, anche Thunderbolt è basata su un’architettura peer-to-peer: quando viene collegata una periferica al connettore, viene data massima fiducia a quest’ultima.
“Immaginate di trovarvi ad una conferenza“, ha osservato Graham. “Connettete il vostro Mac ad un proiettore per mostrare alla platea la vostra presentazione. Peccato che, in modo silente e senza la vostra autorizzazione, il proiettore inizi a scaricare l’intero contenuto del vostro disco fisso“.
Attacchi del genere sono piuttosto rari nel caso dell’interfaccia USB dal momento che poggiano su un approccio “master-slave“. Ciò implica che il computer gode di accesso illimitato ai dispositivi collegati ma questi ultimi dispongono di un accesso molto ristretto alla macchina. Viceversa, Firewire e Thunderbolt dispongono di un accesso senza vincoli alla memoria del sistema Mac.
Graham ha ricordato un attacco che i tecnici della sua società hanno portato a termine, con successo, sull’interfaccia Firewire. E dal momento che Thudnerbolt impiega il medesimo sistema, Graham ritiene che anche la nuova interfaccia sia vulnerabile agli stessi tipi d’attacco. “Con i nuovi processori Intel“, ha aggiunto l’esperto, “sarebbe facile limitare le locazioni di memoria accessibili dai device esterni. Non vedo alcun motivo perché Apple non possa imporre simili restrizioni“.