Dopo la valanga di parole spese circa Avalanche, il client P2P firmato Microsoft che si propone come mezzo per lo scambio di file leciti, arrivano i commenti dell’ideatore di BitTorrent, Bram Cohen.
Sul suo blog, Cohen non risparmia critiche nei confronti di Avalanche definendo la piattaforma dell’azienda di Redmond semplicemente un “vaporware” ossia un prodotto che non può essere immediatamente utilizzato, un “mucchio di algoritmi teorici”. Gli esperimenti condotti nei laboratori Microsoft, sempre secondo Cohen, non sarebbero nemmeno definibili come tali: si tratterebbe solo di “simulazioni”.
Il padre di BitTorrent vuol sottolineare come non sia ragionevole dar molto peso alle simulazioni, specialmente in un mondo così “volubile” e spinoso qual è quello della rete Internet.
Cohen sottolinea fermamente che il vero irrisolvibile problema riguarda la correzione degli errori durante lo scambio delle varie porzioni di file. I vari peer (i peer sono i “nodi equivalenti” di una rete P2P: tali network non possiedono client o server fissi, ma nodi “peer” che ricoprono la funzione sia di client che di server verso altri peer), infatti, non hanno modo di verificare i dati facendo riferimento ad un “hash” sicuro prima di trasmetterli ad altri peer: la diretta conseguenza è che un client “maligno” può danneggiare le informazioni in fase di trasferimento immettendo in rete un ristretto numero di bit di dati corrotti. Secondo Cohen, il “white paper” di Microsoft su Avalanche avrebbe proprio “dimenticato” di affrontare questa tematica di cruciale importanza: il documento “…is actually one of the better academic papers on BitTorrent”, si legge a chiosa dell’analisi.
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L'ideatore di BitTorrent critica Avalanche
Dopo la valanga di parole spese circa Avalanche, il client P2P firmato Microsoft che si propone come mezzo per lo scambio di file leciti, arrivano i commenti dell'ideatore di BitTorrent, Bram Cohen.