Dopo lo “sdoganamento” dei nomi a dominio di primo livello, iniziativa promossa da ICANN che ha destato sia apprezzamenti che critiche, l’ente internazionale no-profit responsabile dell’assegnazione degli indirizzi IP e della gestione dei nomi a dominio di primo livello (Top-Level Domain o TLD), ha comunicato di aver accettato i primi quattro domini contenenti caratteri non latini.
Con un comunicato ufficiale, ICANN spiega che a breve saranno attivate le denominazioni di primo livello “.online” e “.website” in caratteri cirillici, “.game” in cinese e “.web” in arabo. Si tratta di un cambiamento epocale: gli amministratori di siti web potranno così attivare nomi a dominio facenti riferimento a TLD scritti in caratteri diversi da quelli presenti nell’alfabeto inglese.
Ci sono però già le prime gatte da pelare. Questa settimana, infatti, durante l’incontro che si terrà a Durban, in Sud Africa, i vari esponenti dell’ICANN dovranno discutere sulla risposta da dare a due società: Amazon e Patagonia. Le due società, attive l’una nel settore del commercio elettronico, dei servizi IT e dell’hardware, l’altra nell’abbigliamento sportivo, hanno infatti formalmente manifestato l’intenzione di accaparrarsi i domini di primo livello .amazon
e .patagonia
. Diversi governi, però, si sono messi di traverso obiettando che simili nomi dovrebbero essere registrati dalle singole autorità regionali (l’Amazzonia è nel bacino sudamericano mentre la Patagonia si estende tra Cile ed Argentina).
Nell’articolo ICANN: ecco chi ha richiesto i “domini personalizzati”, abbiamo evidenziato quante richieste di registrazione sono già pervenute all’ICANN e quali problemi potrebbero presentarsi all’orizzonte.