L'Europa prende di mira Google: cosa rischia l'azienda

Dopo le indiscrezioni delle scorse ore, adesso la Commissione Europea ha ufficialmente confermato l'avvio di una procedura d'infrazione nei confronti di Google.

Dopo le indiscrezioni delle scorse ore, adesso la Commissione Europea ha ufficialmente confermato l’avvio di una procedura d’infrazione nei confronti di Google. Secondo la tesi europea, Google avrebbe abusato della sua posizione dominante nel settore dei motori di ricerca per trarre indebitamente profitto ai danni della concorrenza.

Le contestazioni, appena notificate al colosso statunitense, sono state messe nero su bianco anche in un comunicato ufficiale, disponibile a questo indirizzo (in italiano).

La Commissione ritiene che Google abbia sistematicamente favorito il suo prodotto per la comparazione acquisti penalizzando di fatto gli strumenti messi a punto dalle società rivali. “In via preliminare la Commissione ritiene che tale comportamento violi le norme antitrust dell’UE limitando la concorrenza e danneggiando i consumatori“.

Viene comunque precisato che nulla è stato deciso: l’invio delle obiezioni al “quartier generale” di Google non implica automaticamente una sanzione e non incide sull’esito finale dell’indagine.
Google viene adesso esortata a portare dinanzi alla Commissione Europea tutti gli elementi che possano evidenziare la correttezza del suo operato. Viceversa, l’azienda fondata da Larry Page e Sergey Brin potrebbe rischiare una multa salatissima, fino al 10% dei profitti annuali (quindi fino a 6 miliardi di dollari; vedere Commissione Europea prepara un’azione contro Google?).

Nel mirino c’è anche Android

La verifica promossa dalla Commissione Europea prende di mira, per la prima volta, anche il sistema operativo Android.
È stata infatti avviata una seconda indagine formale con l’intento di accertare se Google abbia abusato di un’eventuale posizione dominante nel campo dei servizi operativi, applicazioni e servizi per i dispositivi mobili.

La maggior parte dei produttori di dispositivi a cuore Android, infatti, stipula con Google degli accordi per ottenere il diritto all’installazione delle app sviluppate dall’azienda di Mountain View. È proprio su queste manovre commerciali che la Commissione vuole porre la sua lente d’ingrandimento.

“State tranquilli”, assicura Google

In queste ore sarebbe stato intercettato un “promemoria” interno di Google che vuole rassicurare in primis i dipedenti dell’azienda.
La società del duo Page-Brin, innanzi tutto, conferma che il documento fatto recapitare dalla Commissione Europea non trae alcuna conclusione. Anzi, v’è l’opportunità per Google di avvalorare il suo punto di vista e illustrare la bontà del suo comportamento.
In ogni caso, un’eventuale sanzione da parte della Commissione potrà essere oggetto di appello, si spiega ancora.

Come si vede in questa pagina, Google spiega che il suo servizio “Shopping”, per la comparazione dei prezzi non può essere considerato una minaccia per i concorrenti.
I grafici riportati da Google evidenziano infatti come gli utenti, tra l’altro, stiano ampiamente riponendo la loro attenzione su servizi alternativi. Stessa cosa dicasi per i siti specializzati in strumenti per la pianificazione e la prenotazione dei viaggi.

Quanto ad Android, Google sostiene che il suo sistema operativo abbia contribuito ad abbassare i prezzi e ad ampliare la possibilità di scelta per gli utenti (“ci sono ben 18.000 dispositivi Android differenti, oggi, sul mercato“) ed aggiunge “abbiamo versato 7 miliardi in termini di revenues solo nel corso dell’ultimo anno agli sviluppatori di app ed ai creatori di contenuti“.

Sempre secondo la tesi di Google, inoltre, le app ed i servizi della concorrenza (vengono citati, a titolo esemplificativo, Facebook, Amazon, Microsoft Office ed Expedia) sarebbero egualmente accessibili dai terminali Android.

I vertici di Google, quindi, invitano alla calma spiegando che l’azienda saprà dimostrare la correttezza della sua condotta.

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