Secondo i giudici austriaci chi configura e mette a disposizione di altri utenti un exit node nell’ambito del network TOR può essere complice di colui che eventualmente dovesse commettere un reato.
TOR, acronimo di The Onion Router, è un sistema di comunicazione anonima il cui obiettivo è quello di rendere difficoltosa, se non impossibile, l’analisi del traffico dati. In questo modo viene protetta la privacy di chi ad esempio naviga sul web, viene garantita la riservatezza delle comunicazioni e l’accessibilità dei servizi.
Client TOR sono infatti spesso utilizzati in quei Paesi dove vengono poste in essere severe operazioni di censura (spesso perpetrate da autorità facenti capo a governi totalitari).
La decisione dei giudici austriaci giunge proprio in concomitanza con l’articolo pubblicato da EFF (Electronic Frontier Foundation), storica organizzazione con sede negli Stati Uniti che si prefigge di difendere i diritti di libertà di parola in Rete. EFF caldeggia l’utilizzo di TOR e ne riassume le principali caratteristiche.
Con gli articoli Anonimato in Rete con TOR: per visitare qualunque sito tutelando la propria privacy e Navigare anonimi online con Chrome avevamo spiegato come si possa navigare anonimi utilizzando Firefox, Chrome ed il client TOR.
Non è dato sapere se la sentenza austriaca possa fungere da apripista per analoghe decisioni in altri Paesi (l’Austria, lo ricordiamo, è stato membro dell’Unione Europea dal 1995). Allo stato attuale, tuttavia, alcuni cominciano a consigliare la scelta dell’opzione Usa solo come client cliccando su Configurazione del relaying nel pannello di controllo di Vidalia, popolare interfaccia grafica per TOR.