Che i dati conferiti dagli utenti su Facebook costituiscano una vera e propria miniera d’oro per la società di Mark Zuckerberg, la pietra angolare per il business del social network, non è certo una novità.
L’antitrust tedesca, però, ha sollevato una serie di obiezioni contestando le modalità con cui viene raccolto il consenso degli utenti.
Secondo la tesi dell’autorità di Bonn (Germania), gli iscritti al social network potrebbero non essere sufficientemente informati sulle pratiche di Facebook ossia che i loro dati siano correntemente utilizzati per visualizzare informazioni pubblicitarie mirate, sulla base delle preferenze e degli interessi di ciascun utente.
Il Bundeskartellamt, ente tedesco che ha come obiettivo quello di vigilare sulla libera concorrenza, ha espresso forti dubbi sulla condotta di Facebook ipotizzando che il social network utilizzi la propria posizione dominante sul mercato per trarre vantaggio dal suo modus operandi. Secondo l’antitrust, insomma, il riutilizzo dei dati degli utenti senza un’adeguata informativa, potrebbe costituire una violazione delle leggi sulla concorrenza.
L’autorità tedesca ha quindi comunicato di aver avviato un’indagine a carico della casa madre Facebook e delle “filiali” tedesca ed irlandese.
I responsabili di Facebook hanno spiegato che l’azienda avrebbe sempre rispettato le leggi ma che comunque collaborerà per fornire tutte le informazioni del caso all’antitrust tedesca.
La nuova iniziativa va ad aggiungersi alle verifiche che i vari uffici privacy in terra europea hanno da tempo avviato (vedere Facebook spia gli utenti, anche i non iscritti? e Facebook al centro di una vertenza legale sulla privacy).