Le beghe legali che hanno visto protagonista l’ideatore di MegaUpload, Kim Schmitz, meglio conosciuto con lo pseudonimo di Kim Dotcom, sono ormai note. Di origine tedesca, Schmitz è da sempre stato inviso ai colossi della cinematografia e della discografia: l’accusa nei suoi confronti è quella di aver tollerato se non addirittura favorito la diffusione di materiale coperto dalle leggi a tutela del diritto d’autore attraverso i suoi famosi siti web per la condivisione di file.
Con un’azione messa in atto dall’FBI, all’inizio dell’anno sono stati chiusi tutti i siti web di proprietà di Schmitz, arrestando il CEO e confiscandone tutti i beni. Da allora si sono registrate, da un lato, le proteste di coloro che avevano salvato su Megaupload file del tutto legittimi (EFF ne ha chiesto la resistituzione), divenuti inaccessibili dopo l’operazione condotta su ordine del Dipartimento della Giustizia statunitense e, dall’altro, le lamentele dello stesso Kim Dotcom, rilasciato su cauzione ed obbligato a non allontanarsi dalla sua lussuosissima residenza di Coatesville, in Nuova Zelanda (vedere la notizia Rilasciato su cauzione il fondatore di Megaupload).
Schmitz non è pago del “polverone” sollevato nei mesi scorsi ed, anzi, cerca di sfruttare la sua popolarità presentando un nuovo servizio. Nonostante egli sia ancora agli arresti domiciliari ed i suoi possedimenti risultino tutt’oggi confiscati, Kim Dotcom promette battaglia e prennuncia l’imminente lancio di Megabox. Si tratterà, secondo quanto rivelato, di un servizio per la distribuzione e la condivisione di brani musicali che rispetterà in toto le normative sulla tutela del copyright. E c’è anche una prima promessa: il 90% degli introiti andranno direttamente nelle casse degli artisti che decideranno di scegliere Megabox per la pubblicazione e la diffusione delle proprie opere. In questo modo, se il progetto di Schmitz dovesse riscuotere un buon successo, le case discografiche – sue eterne nemiche – verrebbero estromesse in un sol colpo.
Dotcom sfida così sia le autorità a stelle e strisce, sia i servizi supportati dalle case discografiche con l’intento di preparare il terreno fertile per il suo ritorno sulla scena e di sostenere la tesi della “congiura” nei suoi confronti. E pubblica, su Instragram, una sua foto che lo vede ritratto con Steve Wozniak, cofondatore di Apple insieme con Steve Jobs. Wozniak avrebbe supportato e sostenuto Schmitz perorando la sua causa.