Ogni settimana, un numero crescente di professionisti e aziende segnalano fughe di dati dovute a ransomware, falle di sicurezza ed errori umani. Gli aggressori utilizzano inoltre campagne phishing ben congegnate per trarre in inganno le vittime ed indurle a condividere credenziali e informazioni personali. Il personale aziendale è sempre più esposto ad email truffaldine finalizzate a estorcere dati e denaro. La risposta che arriva da terra elvetica si chiama kChat: vediamo cos’è, come funziona e cosa implica l’utilizzo di un’intelligenza artificiale sovrana.
Infomaniak aveva recentemente presentato kSuite, alternativa a Microsoft 365 che custodisce i dati degli utenti, in forma cifrata ed esclusivamente all’interno di data center europei. Parte integrante della suite, è kChat. Si tratta di un’applicazione che permette di far interagire, coordinare i team, organizzare progetti e centralizzare i flussi di comunicazione.
Con Infomaniak kChat, il personale aziendale può scambiare informazioni solo con persone autenticate, i dati vengono crittografati in transito e archiviati esclusivamente in Svizzera. L’accesso può essere protetto con una doppia autenticazione per prevenire le spiacevoli conseguenze dovute a un’eventuale violazione delle password. Tutte le comunicazioni con il server sono crittografate, così come i dati archiviati (informazioni a riposo).
Ogni organizzazione che sceglie kChat utilizza una chiave di crittografia univoca. Inoltre, tutti i dati sono completamente isolati rispetto a quelli di altri soggetti. L’utilizzo della crittografia end-to-end (E2E) fa sì che neppure Infomaniak, ovvero il fornitore del servizio, sia in grado di leggere i dati e risalire ai contenuti in chiaro. L’azienda tiene comunque a precisare che non monitora o analizza alcun dato degli utenti, nel pieno rispetto dei dettami del Regolamento generale sulla protezione dei dati (GDPR).
kChat: un mezzo di comunicazione sicuro per contrastare ogni minaccia
La soluzione appena presentata da Infomaniak è uno strumento che permette di raggruppare i flussi di comunicazione su un’unica piattaforma, sicura e perfettamente integrata con i vari strumenti di produttività. Consentendo l’accesso alle informazioni condivise da parte di persone di fiducia, kChat assicura trasparenza ed efficienza. Le email interne non sono più necessarie e le aziende hanno la certezza che il personale scambi informazioni e dati solo con persone autorizzate, in un ambiente protetto.
Già al momento del lancio, kChat offre le funzionalità più comuni. Ad esempio, è possibile comunicare in team con canali diretti, pubblici o privati (con utenti interni ed esterni all’organizzazione), inviare messaggi e file (fino a 100 MB) con anteprima, effettuare chiamate audio e video con condivisione dello schermo.
Per ogni messaggio inviato tramite kChat, è possibile specificarne la priorità ed attivare la conferma di lettura. La casella unificata con monitoraggio delle discussioni, semplifica la gestione delle conversazioni legate a una stessa tematica.
È inoltre possibile salvare i messaggi più importanti, cercare chat e file in modo rapido, personalizzare le notifiche, accedere a una funzione di promemoria per i messaggi, avvantaggiarsi del supporto per GIF, emoji e animazioni oltre che della traduzione automatica dei messaggi.
Disponibilità e futuro del software di messaggistica
kChat è già disponibile nelle versioni compatibili con Windows, macOS, Linux, Android e iOS. Per i responsabili IT, è tutto molto semplice. La console di gestione permette di interfacciarsi con gli account degli utenti e controllarne a colpo d’occhio il livello di sicurezza.
Nuove funzionalità e integrazioni saranno progressivamente aggiunte in kChat nel corso dei prossimi mesi. L’idea è quella di rafforzare le interazioni con l’ecosistema Infomaniak e migliorare la gestione dei team. Gli sviluppatori Infomaniak hanno lavorato sull’architettura, l’accesso al server, la gestione dei dati, l’API e su tutta la parte backend di kChat. L’interfaccia grafica ovvero il frontend delle applicazioni desktop e mobili, è per il momento basato sul progetto open source Mattermost.
Cosa significa che kChat integra un’intelligenza artificiale sovrana
Torniamo a quanto anticipato brevemente in apertura. Nel presentare kChat, Infomaniak ha spiegato che la piattaforma sfrutta un’intelligenza artificiale sovrana.
I modelli generativi e le intelligenze artificiali in generale, evolvono molto rapidamente. Infomaniak segue questi sviluppi molto da vicino e ha voluto arricchire kChat con una soluzione open source che risponde ai quesiti degli utenti in tempo reale, lasciando però nelle loro mani pieno controllo sulle informazioni personali.
L’intelligenza artificiale proposta da kChat, elabora i dati esclusivamente in Svizzera, nei data center di Infomaniak. Per confrontarne la potenza, la società offre 100 richieste ChatGPT al giorno. Ciascun utente può così paragonare la qualità delle risposte ricevute da ChatGPT con quelle ottenute dall’intelligenza artificiale collegata a kChat.
La soluzione proposta da Infomaniak è sovrana perché è progettata e configurata per rispettare e garantire il controllo dei dati da parte dei proprietari dei dati stessi. Ciò implica che i dati personali vengono gestiti in modo sicuro, conforme alla privacy e utilizzati solo con il consenso o nel rispetto dei diritti degli individui.
La sovranità dei dati è un concetto sempre più caro al legislatore e alle istituzioni europee. Anche nel contesto dell’intelligenza artificiale, la “sovranità” si riferisce alla capacità di una persona o di un’organizzazione di avere il controllo completo e l’autorità sulla raccolta, l’archiviazione, l’elaborazione e l’uso dei propri dati.