Politicamente parlando, ultimamente quello degli Stati Uniti d’America è un periodo particolarmente turbolento. Prima l’attentato al candidato Donald Trump, poi il ritiro ufficiale di Joe Biden, prossimo dunque ad abbandonare lo studio ovale. In concomitanza con il sui passo indietro, Biden ha appoggiato pubblicamente la vicepresidente Kamala Harris come candidata dem, che dovrà comunque guadagnarsi la sua nomination prima di poter sfidare Trump.
La corsa alla Casa Bianca è diventa dunque improvvisamente molto più vivace e il verdetto finale non è poi così scontato. Ma qual è la posizione di Kamala Harris in merito a temi tecnologici come, ad esempio, l’intelligenza artificiale?
Cosa ne pensa Kamala Harris dell’AI, delle cryptovalute e della minaccia TikTok
Kamala Harris è nata a Oakland, dunque nella Bay Area, e ha un lungo rapporto con l’industria tecnologia. Proprio come J. D. Vance, il candidato vice di Trump connesso alla Silicon Valley. Secondo alcuni (via TechCrunch), in qualità di procuratore generale la Harris avrebbe fatto poco o nulla per limitare il potere e l’influenza delle big della tecnologia, altri invece sottolineano il suo impegno nella richiesta di regole più severe per tutto il settore (normative contro le fake news diffuse via social network, maggior tutela della privacy relativamente ai servizi online e così via).
In qualità di vicepresidente, Kamala Harris ha parlato anche dell’intelligenza artificiale e ha dichiarato, così come il presidente Biden, di “rifiutare il falso obbligo di dover scegliere tra la tutela del pubblico e la promozione dell’innovazione tecnologica”. Di seguito invece il suo commento rilasciato dopo l’ordine esecutivo emesso da Biden nell’ottobre 2023 e riguardante gli standard per garantire il massimo della sicurezza.
Questi impegni volontari rappresentano un primo step verso un futuro più sicuro dell’intelligenza artificiale. Ma poi sarà necessario anche altro, perché, come ha dimostrato la storia, in assenza di regolamentazioni e di una forte supervisione governativa, alcune aziende tecnologie scelgono di dare priorità al proprio profitto anziché al benessere dei propri clienti, alla sicurezza delle nostre comunità e alla stabilità delle nostre democrazie.
La Harris, che non si è mai espressa esplicitamente sulla realtà delle criptovalute (ed è dunque presumibile che sostenga le normative in materia dell’amministrazione Biden), ha detto la sua su un altro tema tech particolarmente scottante, il ban di TikTok. Il popolarissimo social, considerati i presunti legami con il governo cinese, rappresenterebbe una minaccia. «Dobbiamo trattare con il proprietario [ByteDance] perché siamo preoccupati per la sicurezza nazionale, ma non abbiamo intenzione di vietare TikTok».