Presentata timidamente a fine marzo 2023, Kagi è una piattaforma Web che nasce dopo anni di sviluppo, sotto la spinta del lavoro dei tecnici dell’omonima società californiana. Oggi il progetto cresce ancora, come testimonia il changelog aggiornato, e mira a presentarsi come un’alternativa concreta a Google Search. Il “nocciolo” di Kagi risiede nel motore di ricerca per il Web anche se gli sviluppatori hanno affiancato un sistema di mappe, un meccanismo per creare il riassunto dei testi pubblicati online, un chatbot (chiamato FastGPT) che ricorda il funzionamento di ChatGPT, un browser Web e molto altro ancora.
Kagi come motore di ricerca alternativo
I dati sull’utilizzo dei motori di ricerca a livello globale sembrano lasciare poco spazio ai concorrenti. In Europa, come in generale nei Paesi occidentali, Google Search è dominatore assoluto. I dati GlobalStats aggiornati a settembre 2023 vedono l’82% degli utenti europei utilizzare Google; il 9% circa Bing. Quote minime sono appannaggio degli altri nomi meno noti.
Gli ideatori di Kagi sono invece convinti che ci sia ancora spazio per imporsi nel segmento delle ricerche online. Il loro è un prodotto che, se si parlasse di software puro, chiameremmo freemium: la piattaforma Kagi permette infatti di effettuare gratis 100 ricerche Web per poi richiedere l’attivazione di un piano di abbonamento mensile, a partire da 5 dollari (10 dollari per un numero di ricerche illimitato).
Ma i motori di ricerca non sono gratuiti? Sì. Ma non è un assioma scritto sulla pietra. Le aziende che offrono i più noti search engine poggiano il loro business sui ricavi pubblicitari e sulle informazioni condivise dagli utenti, che possono essere utilizzati a fini commerciali e di marketing. Gli autori di Kagi hanno fatto i conti in tasca a Google stimando che, in media, ciascun utente che utilizza il servizio di ricerca sul Web porta nelle casse di Google quasi 300 dollari (per un totale di 76 miliardi di dollari solo negli USA).
Il modello di business di Kagi è quindi dichiaratamente diverso: la piattaforma non raccoglie alcun dato dell’utente, non utilizza alcuna informazione legata alle ricerche online, non mostra annunci di alcun genere, neppure nelle pagine SERP. A fronte di tutto ciò, viene richiesto il versamento di un canone mensile di entità variabile, a seconda di quanto si utilizzerà il servizio.
Cos’è e come funziona Kagi
La qualità di un motore di ricerca dipende da quanto tempo ci vuole per ottenere risultati soddisfacenti, da quanto è complicato il percorso per raggiungere tali risultati e dall’esperienza utente riscontrato durante l’utilizzo del servizio. La maggior parte delle query di ricerca rientrano in una delle seguenti categorie:
- Istruzioni (ad esempio ricette, come fare qualcosa, suggerimenti di codifica,…)
- Eventi (ovvero notizie passate o attuali)
- Fatti (durata di un film, età di una persona famosa, data di un fatto storico,…)
- Soluzione (consiglio su una metodologia o un prodotto da usare)
- Esplorazione (ricerca, informazioni per arricchire il proprio bagaglio culturale, per pianificare un viaggio,…)
Una ricerca ha avuto successo quando l’utente riesce a trovare un’informazione o un riferimento che soddisfa la query originale. Più passaggi sono necessari per raggiungere il traguardo finale, peggiore è la qualità del motore di ricerca.
Quali fonti interroga Kagi per offrire risultati di ricerca soddisfacenti
Kagi non rivela la sua “ricetta segreta” ma si limita a dichiarare che per comporre le pagine SERP e quindi rispondere alle interrogazioni degli utenti, utilizza un search client capace a sua volta di attingere alle informazioni raccolte dai crawler del servizio e di connettersi a vari indici e sorgenti. Per quanto riguarda le sorgenti esterne, Kagi invia chiamate API anonimizzate anche a Google, Mojeek e Yandex oltre che a motori specializzati come Marginalia e a sorgenti verticali come Apple, Wikipedia, Open Meteo e così via.
Ogni ricerca su Kagi di solito chiama simultaneamente in causa un numero variabile di fonti, con l’obiettivo di restituire agli utenti i migliori risultati di ricerca possibili. Ovviamente, le sorgenti “contattate” sono diverse a seconda della specifica ricerca dell’utente: si pensi alle immagini e alle notizie, ad esempio.
Gli indici di ricerca gestiti da Kagi
Un motore di ricerca come Kagi si appoggia, tuttavia, anche al suo indice Web chiamato Teclis e a un indice delle notizie (TinyGem). Gli indici di Kagi forniscono anche risultati unici che aiutano a scoprire siti Web non commerciali e discussioni su piccole realtà online che tuttavia risultano particolarmente convincenti su un particolare argomento. Gli indici Teclis e TinyGem sono entrambi disponibili e accessibili tramite API.
Gli autori di Kagi hanno anche lanciato l’iniziativa Kagi Small Web che raccoglie contenuti da blog personali e discussioni sul Web. “Scoprire contenuti di alta qualità scritti senza fini di lucro conferisce ai risultati di ricerca di Kagi un sapore unico e ne fa sembrare più umano l’utilizzo“, spiegano.
Al netto di tutto questo, Kagi attinge anche a un ampio ventaglio di fonti di nicchia, adatte a fornire risposte utili per tematiche molto specifiche.
Agendo sulle impostazioni, Kagi permette anche di personalizzare il motore di ricerca e modificare il “look” delle SERP. Ad esempio, si può scegliere il tema chiaro o scuro, come allineare i risultati, decidere se mostrare le icone dei siti Web (favicon), il posizionamento e lo stile degli URL.
Kagi restituisce agli utenti anche il potere di far salire nel ranking le pagine Web che meritano e, viceversa, contribuire ad “affossare” i siti che condividono contenuti di scarsissima qualità.
Come provare Universal Summarizer e FastGPT
Oltre al motore di ricerca in sé, è interessante mettere alla prova Universal Summarizer, uno strumento che è capace di creare un riassunto del contenuto di qualsiasi pagina, eventualmente evidenziando i punti principali. Cliccando sul pulsante Discuss further, si può interagire con l’intelligenza artificiale di Kagi per porre ulteriori domande sulle tematiche trattate e ottenere risposte pertinenti. È importante ricordarsi di scegliere l’italiano come lingua di output.
A questo proposito, Kagi propone anche FastGPT, un chatbot che risponde alle domande degli utenti, in linguaggio naturale e in italiano, in stile ChatGPT.
Ma cosa significa Kagi? Semplicemente tasto, in giapponese. E si pronuncia kah-gee.