John McAfee arrestato in Spagna per evasione fiscale: attende l'estradizione

Il Dipartimento della Giustizia (DOJ) statunitense conferma l'arresto di John McAfee e snocciola le nuove accuse che vengono mosse nei confronti del personaggio da anni, per un verso o per l'altro, protagonista delle cronache.

Il fondatore dell’omonima società attiva nelle soluzioni per la sicurezza informatica, John McAfee, da tempo non più sotto la sua guida e anzi frequentemente bersaglio in passato di alcune sue feroci critiche, è stato arrestato in Spagna su disposizione del Dipartimento della Giustizia (DOJ) statunitense. In manette, adesso McAfee attende che il provvedimento di estradizione diventi esecutivo.

Come ha confermato l’ufficio stampa del DOJ USA, l’uomo che ha fatto la sua fortuna vendendo software per la sicurezza informatica viene oggi accusato di evasione fiscale. Figura da tempo assai controversa, per usare un eufemismo, McAfee avrebbe percepito milioni di dollari promuovendo l’utilizzo di crittovalute, svolgendo attività di consulenza, partecipando come relatore a una serie di meeting e vendendo i diritti sulla sua immagine per un documentario senza versare un centesimo nelle casse del fisco.

Dopo essere stato il candidato alle presidenziali per il Partito Libertario USA, McAfee ha affermato di trovarsi “in esilio” dopo le accuse mosse nei suoi confronti circa l’utilizzo delle “crittovalute in atti criminali contro il governo degli Stati Uniti“.
In quello stesso video, che risale ormai al mese di gennaio 2019, McAfee dichiarò bellamente di non pagare tasse da 8 anni.
In un tweet di luglio 2019 McAfee gettava ombre sull’operato della CIA (“ha tentato di incastrarci, disse) e mostrò una sua immagine con una pistola in mano. La vicenda si concluse con l’arresto per poi essere rilasciato nel territorio della Repubblica Dominicana.

Nel nuovo atto di accusa pubblicato oggi si legge che McAfee ha evitato il versamento delle imposte usando vari espedienti tra cui l’uso di nomi di altre persone, indirizzando i pagamenti verso conti bancari, conti gestiti con l’utilizzo di crittovalute, beni immobili, yacht e altri beni mobili, nessuno dei quali registrato direttamente a suo nome.

Se condannato, McAfee rischia fino a 5 anni di carcere per ciascuno dei cinque capi d’accusa in materia di evasione fiscale e fino a un anno per ciascuno dei cinque capi d’accusa relativi alla mancata presentazione della dichiarazione dei redditi.

La Securities and Exchange Commission (SEC) ha anche citato in giudizio McAfee per non aver rivelato di essere stato pagato per promuovere strumenti di finanziamento come le ICO (Initial Coin Offering) nonostante sia stato presumibilmente pagato più di 23 milioni di dollari in Bitcoin ed Ether (entrambe note crittovalute).
Le ICO non sono regolamentate e sono meccanismi utilizzati nella fase di lancio delle nuove crittovalute: gli investitori non ricevono “azioni” ma dei gettoni ovvero singole unità della crittomoneta che viene lanciata.

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