Il padre dell’architettura Zen, principale artefice del riscatto di AMD ha rilasciato un commento pesante a proposito di una decisione partorita dall’azienda guidata da Lisa Su.
Jim Keller è il leggendario progettista di chip a cui AMD deve molto: ne abbiamo parlato di recente anche nell’articolo commemorativo sulla storia dei primi 5 anni dei processori AMD Ryzen.
Oltre che sull’architettura Zen (tra il 2012 e il 2015) e sui processori che ne sono scaturiti (gettando le basi per i successivi sviluppi Zen 2 e Zen 3), Keller ha lavorato sul DEC Alpha 21164, sull’AMD Athlon, sull’Athlon 64 e sul primo chip ARM Apple A4. Si è interessato del sistema a guida autonoma usato sui veicoli Tesla quindi ha svolto il ruolo di vice presidente senior tra il 2018 e il 2020 per poi entrare in Tenstorrent, azienda che si occupa di hardware scalabile per il deep learning e l’intelligenza artificiale, come CTO (chief technical officer).
Durante l’evento accademico Future of Compute Keller ha discusso i progetti su cui ha lavorato e i fondamenti alla base della progettazione dei chip.
L’ingegnere ha raccontato che mentre lavorava in AMD lui e il suo team hanno notato che il layout della cache usato nei SoC ARM e nelle CPU x86 era praticamente lo stesso. Anche l’unità di esecuzione, della quale abbiamo parlato nell’articolo dedicato al funzionamento del processore era praticamente la stessa. L’unica differenza tra le due architetture risiedeva nell’unità di decodifica.
Sulla base degli studi svolti, Keller e i suoi decisero di avviare lo sviluppo di un nuovo progetto per arrivare a creare un chip ARM con il logo di AMD.
Il nuovo chip è stato battezzato con il nome in codice K12 ma il suo sviluppo è stato successivamente annullato da AMD.
Secondo Keller, il chip ARM K12 sarebbe stato posto in cantina dopo che lui e altri collaboratori hanno lasciato la società di Sunnyvale.
“Spesso i manager hanno paura del cambiamento“, ha detto Keller descrivendo invece che come architetto di processori non poteva permettersi di avere questi timori.
Il chip K12 era basato sull’architettura ARMv8-A e avrebbe dovuto essere rilasciato in parallelo con l’architettura Zen, destinato ad ambienti in cui vengono gestiti pesanti carichi di lavoro e in cui le prestazioni sono essenziali. K12 sarebbe stata quindi l’offerta di AMD per i server ad alta densità, i sistemi embedded e le soluzioni semi-custom.
Secondo l’ingegnere l’aver abbandonato lo sviluppo del chip ARM K12 sarebbe stata una mossa stupida da parte di AMD che avrebbe potuto aggredire il mercato in maniera ancora più efficace ed estendere le sue quote su segmenti particolarmente remunerativi.
Keller non è certo l’ultimo arrivato: le sue affermazioni non potevano restare senza risposta. Così AMD, per bocca del suo direttore finanziario Devinder Kumar, ha deciso di rilasciare un breve commento.
Kumar ha spiegato che tutto ciò che è computing è sempre d’interesse per AMD e che con ARM i rapporti sono sempre ottimi. L’azienda conosce bene la posizione dei suoi utenti e dei partner quindi è pronta a sviluppare nuovi progetti al di fuori della piattaforma x86 anche se quest’ultima viene considerata ancora “trainante”.
È necessario leggere tra le righe ma le considerazioni di Kumar potrebbero lasciare intendere che all’epoca dell’addio ad AMD da parte di Keller la realizzazione di un chip ARM non era finanziariamente sostenibile. È quindi verosimile che il progetto K12 sia stato cancellato solo per questo motivo.