Jensen Huang, NVIDIA: i computer quantistici non saranno utili prima di 20 anni

Jensen Huang, CEO di NVIDIA, ha dichiarato che i computer quantistici non saranno utili in modo pratico per almeno 20 anni, una previsione condivisa da altri esperti. Nonostante i significativi progressi come il chip quantistico Willow di Google, il settore si trova ancora in una fase embrionale.

Si parla tanto di computer quantistici e dei traguardi sempre più ambiziosi che i principali player stanno raggiungendo mese dopo mese. È però bastata una dichiarazione di Jensen Huang, CEO di NVIDIA, per raffreddare gli animi. Secondo il numero uno di NVIDIA, infatti, i computer quantistici non saranno utili dal punto di vista pratico almeno per i prossimi 20 anni. “Parlare di 15 anni potrebbe essere una valutazione troppo ottimistica; 30 anni potrebbe essere eccessivamente prudente“, ha affermato Huang.

La medesima previsione è condivisa da diversi esperti del settore, come Ivana Delevska, responsabile degli investimenti di Spear Invest. Delevska ha sottolineato che la timeline di 15-20 anni è coerente con il percorso evolutivo di altre tecnologie, come il concetto di informatica accelerata sviluppato da NVIDIA.

In seguito a quanto sostenuto da Huang, i titoli azionari delle principali realtà impegnate nel segmento del quantum computing hanno fatto segnare una contrazione pari ad oltre il 40%, con una perdita complessiva di mercato superiore agli 8 miliardi di dollari. Interessate dal segno negativo società come Rigetti Computing, D-Wave Quantum, Quantum Computing e IonQ.

Progressi e limiti attuali dei computer quantistici

In altri nostri articoli abbiamo spiegato cos’è un computer quantistico e quali problemi permetterà di risolvere. Abbiamo anche parlato dello storico passaggio che si sta registrando da bit a qubit.

Recentemente, Google ha presentato il chip quantistico Willow, capace di completare calcoli che richiederebbero tempi insostenibili con un computer classico. IBM ha messo a punto sistemi quantistici che superano abbondantemente i 1.000 qubit: combinati tra loro, potrebbero presto offrire una potenza senza paragoni. Il problema resta semmai quello di rendere i qubit meno instabili, per non causare errori nei calcoli. A tal proposito, sono in fase di sviluppo sistemi più efficaci di correzione degli errori nei qubit.

Il settore del quantum computing si trova insomma ancora in una fase embrionale, paragonabile all’era degli anni ’80 e ’90 dell’informatica classica. Mentre alcuni esperimenti dimostrano il potenziale rivoluzionario dei computer quantistici, l’utilizzo pratico su larga scala rimane una sfida.

L’informatica accelerata e l’impegno di NVIDIA

La caduta dei titoli delle aziende che si occupano di computer quantistici evidenzia la volatilità di un settore che dipende da aspettative e proiezioni a lungo termine. Le dichiarazioni di Huang e di altri esperti mettono in discussione non solo le tempistiche, ma anche le risorse necessarie per trasformare queste tecnologie in strumenti utili per le aziende e la società.

L’informatica quantistica rappresenta un’opportunità senza precedenti per risolvere problemi complessi in settori come la chimica, la logistica, la ricerca, le discipline scientifiche e la sicurezza informatica.

L’affermazione di Huang ha scosso il mercato ma è opportuno evidenziare che NVIDIA ha ad oggi scelto di battere una strada molto più sicura, remunerativa e in grado di venire incontro alle esigenze degli utenti nel breve periodo. L’informatica accelerata si riferisce all’uso di hardware specializzato per ottimizzare e velocizzare i calcoli rispetto ai tradizionali processori generici (CPU).

Questo tipo di informatica sfrutta dispositivi come unità di elaborazione grafica (GPU), Field-Programmable Gate Arrays (FPGA), chip personalizzati e coprocessori per eseguire compiti specifici più rapidamente, migliorando l’efficienza e riducendo i tempi di elaborazione in determinati ambiti.

NVIDIA ha lavorato su piattaforme come Quantum SDK, che fornisce strumenti e risorse per gli sviluppatori al fine di esplorare il potenziale delle tecnologie quantistiche, e ha collaborato con altre aziende e istituti di ricerca per promuovere i progressi nell’informatica quantistica. Al momento, però, NVIDIA non sta sviluppando computer quantistici propri e preferisce continuare a calcare la via che ha permesso di sviluppare una crescita sorprendente nel corso degli ultimi anni.

Credit immagine in apertura: NVIDIA

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