Accolto in prima battuta con grande entusiasmo, il primo strumento che permette di effettuare il jailbreak di iOS 7 è adesso sotto le forche caudine dell’inventore di Cydia, lo store “alternativo” destinato ai possessori di dispositivi Apple “sbloccati”.
Traducibile in italiano col termine “evasione”, il termine “jailbreaking” fa riferimento a quelle procedere che consentono di installare applicazioni e pacchetti alternativi rispetto a quelli presenti nel negozio online Apple App Store. Gran parte degli utenti di iPhone sottoposti a jailbreak si rivolgono proprio a Cydia, un negozio online non ufficiale che contiene applicazioni di ogni genere.
Mentre il team di Evasi0n celebra il rilascio del primo jailbreak per iOS 7, è proprio Jay Freeman – detto “Saurik” – ideatore di Cydia a lanciare l’allerta ed a mettere in guardia gli utenti. Il rilascio del tool avrebbe colto tutti alla sprovvista, Saurik compreso, e sulla qualità del nuovo strumento per l’effettuazione del jailbreaking sono stati già scritti fiumi di parole.
Secondo i più, Evasi0n 7 non sarebbe ancora pronto, soffrirebbe di numerosi bug (che possono provocare rallentamenti o malfunzionamenti negli iPhone ed iPad) e – addirittura – aprirebbe le porte, sui terminali cinesi, all’utilizzo di uno store sul quale sono pubblicate applicazioni iOS “piratate”.
Saurik ha voluto prendere le distanze dal lavoro di Evasi0n rimarcando ad esempio come Cydia sia uno store alternativo assolutamente legittimo: è possibile trovarvi app non ufficiali, certo, ma non c’è nulla di illegale.
L’unico suggerimento, almeno per adesso, è evitare di installare il tool di Evasi0n sintanto che non sarà fatta chiarezza sull’intera vicenda.
Le critiche sono state feroci perché, usando comportamenti superficiali, è facile porgere il fianco ad Apple per l’avvio di una vertenza legale.
Di per sé, infatti, il jailbreaking non costituisce illecito. Mentre, da un lato, Apple ha sempre combattuto strenuamente la pratica del jailbreaking invitando gli utenti a non adottarla ed informandoli sulle possibile problematiche di sicurezza che potrebbero presentarsi (l’installazione di applicazioni non supportate potrebbe portare, sullo smartphone, malware o condurre all’esecuzione di codice dannoso), lo “sblocco” dei melafonini è stato giudicato “legale” da parte del Copyright Office statunitense in forza di un’eccezione contenuta nel Digital Millennium Copyright Act. Anche in Italia il jailbreaking è considerato legale (il codice civile prevede i diritti reali del consumatore sui prodotti che egli acquista).
Non è invece legale, ovviamente, il download e l’installazione di materiale “piratato”. A tal proposito, il team di “Evasi0n” si è giustificato sostenendo di aver stipulato un accordo con uno store cinese che però non ha rispettato i patti, non eliminando le app distribuite illecitamente.
L’argomento è scottante e continuerà ad essere d’attualità per tutta la settimana di Natale.