La fibra misto rame è ancora una realtà, quando essa è disponibile, per una buona parte degli italiani. Con una connessione FTTC (Fiber-to-the-Cab) si possono raggiungere fino a 100 o 200 Mbps nelle condizioni migliori. Utilizzando eventualmente tecniche come il VDSL bonding è possibile arrivare fino a 300 o 400 Mbps in determinate situazioni. Per arrivare fino a 1 Gbps (1.000 Mbps) è necessario disporre di un’infrastruttura basata su FTTH (Fiber-to-the-Home): in questo caso il cavo in fibra ottica arriva fino al router dell’abbonato o utente finale. Con il Piano Italia a 1 Giga l’idea è quella di portare connessioni ultrabroadband in tutte le aree del Paese dove non si superano i 300 Mbps.
Cos’è il Piano Italia a 1 Giga
La realizzazione del Piano Italia a 1 Giga prevede l’utilizzo di un modello a incentivo per le aree grigie e nere: lo Stato si fa carico dei costi per la realizzazione della rete in una misura che può arrivare al 70%. La rete resta invece dell’azienda che la realizza: tale soggetto deve però impegnarsi a garantire l’accesso all’ingrosso (wholesale) a parità di condizioni per tutti gli operatori di telecomunicazioni interessati a utilizzarla.
Si tratta di un approccio molto diverso a quello applicato per la copertura in banda ultralarga delle aree bianche d’Italia. Nelle zone in cui non c’è concorrenza tra operatori e nessun soggetto privato aveva mai fatto prima investimenti, il concessionario Open Fiber è chiamato a creare la rete che resta interamente di proprietà pubblica. L’investimento economico in favore del concessionario, è trattenuto da quest’ultimo.
In un altro articolo abbiamo visto la differenza tra aree bianche, grigie e nere: accanto agli interventi svolti da Open Fiber (e ancora in corso di svolgimento) nelle aree bianche d’Italia, il Piano Italia a 1 Giga “rilancia” concentrandosi appunto sulle aree grigie e nere. Utilizzando i fondi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) pari a circa 3,86 miliardi di euro, l’obiettivo è quello di adeguare le aree del Paese in cui già c’è concorrenza e dove una rete già esiste.
Almeno 1 Gbps in downstream e 200 Mbps in upstream rispettando la neutralità nella modalità di accesso alla rete
Il passaggio cruciale è portare 1 Gbps in downstream nelle aree grigie e nere partendo dalle zone nelle quali, almeno fino al 2026, non è e non sarà possibile superare i 300 Mbps (circa 7 milioni di unità immobiliari come indica Infratel Italia).
Le prestazioni delle connessioni di rete in Italia sono costantemente monitorate e cliccando su Fisso in AGCOM Broadband Map è possibile consultare la mappa con i rilevamenti più aggiornati. È così possibile conoscere, ad esempio, qual è la velocità della connessione presso i numeri civici limitrofi al proprio.
Il Piano Italia a 1 Giga prevede che sia preservata la logica della neutralità rispetto alla tipologia della modalità di accesso alla rete. Non importa quindi se 1 Gbps in downstream e 200 Mbps in upstream siano portati agli utenti finali mediante connessioni FTTH, utilizzando FWA (Fixed Wireless Access) o servendosi di tecnologie 5G.
Diversamente rispetto a quanto fatto nel caso delle aree bianche con il modello in concessione, gli incentivi per gli operatori previsti nel Piano Italia a 1 Giga sono erogati da parte dello Stato se e solo se le società che realizzano la rete si occupano anche la tratta verticale per il raggiungimento dell’abbonato o del cliente finale. Vincolare l’ottenimento degli incentivi alla realizzazione della tratta verticale significa mettere gli utenti nelle condizioni di poter immediatamente attivare un abbonamento per l’utilizzo del servizio a banda ultralarga.
Chi realizza la rete a 1 Gbps in downstream nelle aree grigie e nere d’Italia: Open Fiber e FiberCop
Dopo l’aggiudicazione da parte di Elettra TLC del bando Italia a 1 Giga per la copertura delle isole minori, a fine maggio 2022 Open Fiber e FiberCop si hanno vinto le gare per la copertura dell’intero territorio nazionale. Open Fiber è chiamata ad occuparsi di 8 lotti; FiberCop di 6 lotti. In un altro articolo abbiamo elencato le regioni che saranno coperte a 1 Gbps da FiberCop e Open Fiber.
Alla presenza del Ministro per l’innovazione tecnologica e la transizione digitale Vittorio Colao, dell’amministratore delegato di Infratel Italia, Marco Bellezza, e dei rappresentanti delle aziende aggiudicatarie Open Fiber, TIM e INWIT, il 29 luglio 2022 si arriva alla sottoscrizione dei contratti per l’avvio dei lavori di copertura.
A distanza di un anno, Open Fiber annuncia l’attivazione del primo utente
Dopo essersi concentrata sulle attività di realizzazione della rete nell’ambito del Piano Italia a 1 Giga, Open Fiber ha annunciato il 13 giugno 2023 di aver collegato il primo utente finale.
L’attivazione è avvenuta a Isola delle Femmine, in provincia di Palermo, grazie alla collaborazione di Dimensione, operatore partner di Open Fiber. L’intervento è durato poche ore, permettendo al cliente di poter immediatamente beneficiare di una connettività all’avanguardia grazie all’infrastruttura in fibra ottica FTTH finanziata dal PNRR.
Simone Lo Nostro, direttore Mercato residenziale Open Fiber, ha dichiarato che l’azienda dà adesso il via alla “commercializzazione dei servizi anche nelle cosiddette aree grigie, riducendo così ulteriormente il divario digitale tra le diverse zone d’Italia“.
Con 13,5 milioni di unità immobiliari già connesse alla sua nuova rete in fibra, Open Fiber è il principale operatore italiano di fibra ottica FTTH. Il piano complessivo dell’azienda, tra investimento privato e pubblico, vale oltre 15 miliardi di euro. Ad oggi, la connettività ultraveloce sulla rete realizzata da Open Fiber è disponibile in 240 città e circa 5.000 piccoli comuni. Questi numeri sono destinati a crescere con l’aggiunta di tante località individuate nell’ambito del Piano Italia a 1 Giga, materialmente partito a fine 2022.
Velocizzare il piano di coperture con il supporto dei professionisti
Con il preciso intento di snellire l’acquisizione dei permessi per la realizzazione della rete, per i rilievi sul campo, per la progettazione e la direzione dei lavori, a maggio 2023 Infratel ha stipulato un accordo con gli ordini professionali italiani.
I soggetti aggiudicatari dei bandi per il Piano Italia a 1 Giga possono così disporre di un canale centralizzato, su base provinciale, per reclutare tecnici di comprovata esperienza e professionalità nel campo delle reti ultraveloci. Il Consiglio nazionale degli Ingegneri, quello degli Architetti e dei Geometri hanno infatti confermato la loro disponibilità al fine di mitigare i ritardi accumulati e accelerare il completamento del piano di copertura.
Spetta i vari Consigli istituire elenchi di tecnici e professionisti del settore con competenze specifiche. Le liste sono periodicamente aggiornate e sia Open Fiber che FiberCop possono attingervi direttamente.
Il piano Italia 5G
Accanto al piano Italia a 1 Giga, che si concentra sugli accessi da postazione fissa, è stato dato il via anche al progetto Italia 5G. In questo il fine ultimo è portare o potenziare la tecnologia 5G presso oltre 11.000 siti radiomobili esistenti. Il piano prevede anche l’installazione di nuove stazioni radiomobili in quasi 1.400 aree del Paese considerate a fallimento di mercato.
Le iniziative dedicate al 5G sono suddivise in due bandi “a incentivo” distinti, entrambi con finanziamento pubblico fino al 90% del costo complessivo delle opere. Il primo bando, assegnato a TIM, prevede investimenti per la realizzazione di rilegamenti in fibra ottica di siti radiomobili esistenti. Il secondo bando, assegnato al raggruppamento temporaneo di imprese composto da INWIT, Vodafone e Tim, è dedicato alla “densificazione” delle reti 5G finanziando la realizzazione di nuove stazioni radio base con velocità di trasmissione di almeno 150 Mbps in downstream e 30 Mbps in upstream.
“L’Italia sarà il primo Paese in Europa ad avere reti mobili 5G interamente rilegate in fibra ottica, requisito essenziale per garantire altissima velocità di connessione e minima latenza ovunque“, hanno osservato i portavoce di Infratel.
Ai lavori relativi al bando Italia a 1 Giga sono stati destinati 3,4 miliardi di euro, per le reti mobili 5G sono stati stanziati, con due bandi a incentivo distinti, 725 milioni di euro per il potenziamento delle reti mobili esistenti e 346 milioni di euro per le nuove stazioni radiomobili.
In tema di Gigabit society in un altro nostro articolo parliamo della differenza tra gigabit e gigabyte.
Nel frattempo prosegue il lavoro di AGCOM che intende considerare la banda larga come servizio universale alla stregua del servizio telefonico, elettrico e postale.