Dall’Unione Europea arriva una proposta che mira a coinvolgere maggiormente i provider Internet (ISP) nella lotta contro i malware ed i crimini informatici.
Un estratto del documento, dal titolo “Security Economics and European Policy“, è stato presentato da Tyler Moore, uno dei quattro autori, ricercatore presso l’Università di Cambridge.
Lo studio, prelevabile in formato PDF cliccando qui, fa eco alle richieste già pervenute dall’Unione Europea che mirano a spingere i provider Internet a più sollecite risposte ai quesiti degli organismi internazionali. In particolare, si richiede che i provider provvedano alla tempestiva disconnessione dalla Rete delle macchine infette, sempre più spesso sfruttate per l’invio di spam, per la distribuzione di contenuti illegali e per ospitare siti web truffaldini (“phishing”).
EuroISPA, associazione europea che racchiude – a sua volta – nove associazioni di provider Internet per un totale di circa 1.000 ISP, si è dichiarata interessata a migliorare il livello di sicurezza in Rete ma c’è ancora incertezza sulle prassi da seguire. Molti stati, inoltre, non hanno ad oggi approvato le linee guida che il Consiglio d’Europa sta promuovendo: tra questi vi sono Andorra, Azerbaijan, Georgia, Liechtenstein, Monaco, Russia, San Marino e Turchia.
Il documento “Security Economics and European Policy“, così come è stato presentato, non scende tuttavia nei particolari illustrando come le varie proposte possano essere implementate nella pratica. In che modo verrà bloccata una macchina e come ci si comporterà nel caso in cui sia stato violato un sistema di una persona estranea alle attività illecite?