Giro di vite da parte del governo iraniano sul motore di ricerca di Google e sul servizio Gmail. Da alcune ore, i cittadini iraniani non sono più in grado di connettersi con i server del colosso di Mountain View e, stando a quanto riferito da fonti mediorientali, il superamento delle limitazioni imposte a livello centrale sarebbe possibile solo adoperando un proxy server od una rete VPN. Ad essere bloccati dai router che instradano il traffico al di fuori dei confini dell’Iran sarebbero tutti i principali nomi a dominio utilizzati da Google: alcuni utenti, infatti, hanno riferito come l’accesso ai servizi messi a disposizione dalla società di Larry Page e Sergey Brin sia ancora possibile utilizzando i semplici indirizzi IP.
Non sono ad oggi note le motivazioni che hanno spinto il Paese di Mahmud Ahmadinejad a “tagliare i ponti” con Google. Potrebbe trattarsi di una sorta di ritorsione per la pubblicazione, su YouTube, di alcuni stralci del film “blasfemo” che ha messo alla berlina il profeta Maometto. Oppure, ancora, di un’azione preventiva per bloccare rivolte e tumulti popolari.
Un responsabile dell’esercito iraniano si è limitato a dichiarare alla televisione del Paese che i servizi di Google resteranno inaccessibili sino a data da destinarsi.
Si profila, in Iran, la realizzazione di una sorta di “Intranet” che potrebbe essere utilizzata per controllare in maniera più efficace le comunicazioni trasmesse in Rete intervenendo più rapidamente sui dissidenti e gli oppositori all’attuale regime.