In un’operazione su vasta scala conclusasi nella giornata di ieri, l’Interpol ha arrestato 3.500 persone sospettate di essere in qualche modo collegate al cybercrimine.
L’intervento delle forze dell’ordine, inoltre, avrebbe coinvolto ben 34 paesi, portato al sequestro di beni per un valore complessivo di 300 milioni di dollari e comportato il blocco di oltre 80.000 conto bancari sospetti. L’operazione, denominata Haechi IV, è solo l’ultima operazione delle autorità contro i criminali informatici nel corso degli ultimi mesi, con l’FBI impegnata spesso in prima linea.
Per Stephen Kavanagh, direttore esecutivo dei servizi di polizia dell’Interpol, l’enorme somma di denaro sequestrata dimostra come il cybercrimine sia ormai una minaccia globale, capace di operare su vasta scala e di indebolire la stabilità economica delle nazioni di tutto il mondo.
Haechi IV ha fatto emergere anche alcune interessanti informazioni riguardo l’operato dei criminali informatici. Per esempio, l’Interpol ha notato come i contenuti generati attraverso Intelligenza Artificiale siano comunemente utilizzati per furti d’identità, ricatti di vario tipo e frodi finanziarie. In questo preciso contesto, le tecniche di clonazione vocale rappresenta l’apice delle strategie adottate.
Dalla clonazione vocale alle frodi legate agli NFT: un duro colpo al cybercrimine internazionale
Da non sottovalutare sono le truffe legate alla vendita di NFT che, secondo l’Interpol, risultano comuni in modo particolare in Corea.
I cybercriminali promettono alle vittime rendimenti elevati per investire in questo ambito. In realtà, però, questi progetti fintech non sono altro che “esche”, abbandonate quando i malintenzionati raccolgono abbastanza denaro.
La scarsa conoscenza del settore da parte di molti utenti e l’abilità manipolatoria dei criminali informatici, fanno si che questo tipo di frode faccia breccia con particolare facilità tra le potenziali vittime. In questa situazione così critica vi è però anche la speranza, portata proprio dalle operazioni come Haechi IV.
Proprio Kavanagh ha infatti confermato come gli arresti in questo contesto sono aumentati del 200%, dimostrando come le forze dell’ordine stiano contrastando in modo efficace le nuove tecniche elaborate dai cybercriminali.