Nel corso dell’ultimo triennio gli sviluppatori di Mozilla si sono dedicati anche allo sviluppo di Project Things, implementazione aperta dello standard Web of Things promosso dal W3C (World Wide Web Consortium) e pensato per il monitoraggio e il controllo dei device appartenenti al mondo dell’Internet delle Cose.
La fondazione comunica oggi che il progetto è già abbondantemente maturo tanto da acquisire un nuovo nome, Mozilla WebThings, e presentarsi con una dote di funzionalità notevolmente più ricca (questo è l’annuncio ufficiale).
Ben Francis, ingegnere software Mozilla, ha spiegato che l’obiettivo era quello di realizzare un’implementazione che possa facilitare l’adozione di dispositivi IoT sicuri, rispettosi della privacy e interoperabili. “Guardiamo a un futuro in cui Mozilla WebThings possa essere integrato nei prodotti commerciali così da mettere nelle mani degli utenti finali agent fidati e affidabili che possano essere utilizzati come punto di riferimento per l’amministrazione di tutti i dispositivi smart“.
Mozilla è da sempre molto critica sulle soluzioni tecniche implementate a livello firmware sui dispositivi smart: a novembre 2018, a ridosso delle festività natalizie, la fondazione aveva bocciato anche nomi molto noti (Dispositivi smart più pericolosi per la privacy: Mozilla ne pubblica l’elenco).
Da qui il bisogno di promuovere una soluzione aperta che metta al primo posto il rispetto per gli utenti, per la loro privacy e gli aspetti legati alla sicurezza e alla gestione dei dati.
Mozilla WebThings consiste di due componenti fondamentali: WebThings Gateway è un gateway che pone l’accento proprio su privacy e sicurezza mentre WebThings Framework si propone come una libreria composta da oggetti software liberamente riutilizzabili.
L’ultima versione del gateway Mozilla consente di registrare dati dati dispositivi per la smart home (si pensi alle informazioni sulla temperatura) e visualizzarli sotto forma di grafici interattivi. Le attività di logging sono attivabili attraverso il menu Impostazioni e possono essere conservati per ore, giorni o settimane.
Sono state inoltre introdotte funzionalità di allarme per interagire direttamente con dispositivi come rilevatori di fumo, di monossido di carbonio e device per il rilevamento dei movimenti.
L’utente ha la possibilità di verificare se gli allarmi sono attivi e impostare regole per l’abilitazione automatica, ad esempio quando si esce di casa o dall’ufficio.
I tecnici di Mozilla stanno anche realizzando una nuova distribuzione basata su OpenWRT che permetterà ai normali router consumer di trasformarsi in dispositivi per la gestione della smart home nel suo complesso.
La tempistica con cui Mozilla presenta WebThings non potrebbe essere migliore: gli osservatori di IoT Analytics hanno previsto che il numero dei device connessi supererà la soglia dei 10 miliardi entro il 2020 e arriverà a 22 miliardi nel 2025, con un crescente interesse sia in ambito enterprise che consumer.
Vi suggeriamo di fare riferimento al sito ufficiale dedicato a Mozilla WebThings.