Un portavoce di Intel ha confermato che la società aggiungerà il supporto per il codec VP8/WebM all’interno dei suoi SoC Atom CE, concepiti per i dispositivi di nuova generazione, non appena il formato diverrà sufficientemente popolare. La Google TV, recentemente presentata dalla società di Mountain View (ved. questo nostro articolo), si baserà proprio sul chip Intel Atom CE4100. Grazie ad esso tutte le “abilità computazionali” del televisore o del “set-top box” vegono integrate in un singolo circuito integrato (in un solo chip sono contenuti processore centrale, chipset, controller, sottosistema grafico,…).
In autunno dovrebbero essere commercializzati i primi modelli di televisori Sony che incorporeranno la tecnologia “Google TV” mentre Logitech dovrebbe presentare i suoi “set-top box”.
Il chip SoC di Intel offre la possibilità di decodificare in hardware diversi codec video. Secondo Intel, anche senza l’accelerazione hardware, la decodifica dei contenuti multimediali realizzati con il codec VP8 dovrebbe comunque consentire, per i primi tempi, una fruizione fluida dei video. Non appena il chip integrerà anche il supporto per VP8, si dovrebbe registrare un minor consumo energetico e dovrebbe poter essere possibile decodificare più flussi video senza sovraccaricare troppo la CPU.
L’Intel CE4100 è già in grado di decodificare due flussi video realizzati con i codec H.264, VC-1 od MPEG 2. In alternativa il chip può gestire un video MPEG 4 Part 2 (DivX o Xvid, ad esempio). Si tratta di formati scelti per la loro ampia diffusione sul mercato. Se VP8 riuscirà ad ottenere un ampio successo, Intel agirà di conseguenza.
VP8/WebM (ved. anche questo articolo) è guardato con interesse anche da Mozilla ed Opera. E’ oramai certo che WebM sarà direttamente supportato, insieme con HTML5, all’interno di Firefox 4.0 (ved. questa notizia).
Ad abbracciare subito VP8 sarà anche il riproduttore multimediale opensource VLC che, nella versione 1.1, non ancora rilasciata nella sua “veste” definitiva, promette di supportare il formato recentemente “aperto” da Google.
Come avevano sottolineato nei giorni scorsi (ved. questa news), non mancano comunque gli ostacoli lungo il cammino che VP8 dovrà compiere per giungere alla sua affermazione su vasta scala. In molti sono cauti nel riferirsi al codec VP8 come ad un software “aperto” dal momento che, per adesso, così com’è, potrebbe non essere candidato ad ottenere il “via libera” da parte dell’OSI (“Open Source Initiative“).
Da parte sua, inoltre, la MPEG LA – titolare dei diritti sul codec H.264 – ha criticato VP8 sostenendo che il formato violerebbe alcuni brevetti di sua proprietà. Non mancheremo di seguire i prossimi sviluppi.