Intel sarà acquisita da Broadcom e TSMC?

Si intensificano le speculazioni su una possibile vendita di Intel, con Broadcom interessata alla divisione di progettazione e TSMC agli impianti produttivi. Frank Yeary, presidente esecutivo ad interim, starebbe esplorando le opzioni con l’obiettivo di massimizzare il valore per gli azionisti.

È da tempo che si parla di una Intel in vendita. A gennaio le voci di una possibile acquisizione da parte di Elon Musk avevano fatto volare il titolo in borsa, come di recente il supporto da parte del Governo Trump che ha ribadito di voler proteggere le aziende USA che progettano e sviluppano chip. Adesso si aggiunge un’ulteriore indiscrezione pubblicata dal Wall Street Journal, che parla di fonti ritenute “autorevoli”. Intel potrebbe essere divisa in due: i siti di produzione dei semiconduttori potrebbero andare a TSMC, i prodotti a Broadcom.

Frank Yeary, presidente esecutivo ad interim di Intel, starebbe conducendo i colloqui con i potenziali acquirenti e con esponenti dell’amministrazione Trump, che considera Intel un asset strategico per la sicurezza nazionale. Yeary avrebbe sottolineato che il suo obiettivo principale è massimizzare il valore per gli azionisti di Intel.

Le manovre di Broadcom e TSMC

Broadcom starebbe esaminando con attenzione la divisione di progettazione e commercializzazione di chip Intel e ha discusso con i propri consulenti la possibilità di una potenziale offerta.  Tuttavia, sempre secondo il Wall Street Journal, l’azienda procederebbe solo se riuscisse a trovare un partner per gestire il business manifatturiero di Intel.

Parallelamente, TSMC – rivale taiwanese di Intel – starebbe valutando l’acquisizione parziale o totale degli impianti di produzione di Intel. L’azienda potrebbe agire in sinergia con un consorzio di investitori o attraverso altre strutture finanziarie.

Ad ogni modo, Broadcom e TSMC non starebbero collaborando reciprocamente e le discussioni rimangono preliminari e informali.

Preoccupazioni per la sicurezza nazionale

L’amministrazione Trump potrebbe opporsi all’idea che un’azienda straniera gestisca le fabbriche di Intel negli USA. Un funzionario della Casa Bianca ha dichiarato a Reuters che, sebbene il governo supporti gli investimenti esteri nel Paese, è “improbabile” che approvi un’acquisizione di questo tipo.

Secondo Bloomberg, l’idea di un accordo con TSMC sarebbe stata invece addirittura avanzata proprio dall’amministrazione Trump in recenti incontri con i dirigenti dell’azienda taiwanese, che si sono mostrati ricettivi alla proposta.

È vero che TSMC sta investendo sulla produzione negli USA. Basti ricordare che il colosso orientale ha investito oltre 65 miliardi di dollari sulla realizzazione di tre fabbriche di chip in Arizona. Lo stanziamento fa parte di un’iniziativa più ampia, promossa dai Governi di vari colori, che mira a promuovere la produzione di semiconduttori Oltreoceano.

Il futuro di Intel si giocherà nel 2025

Avevamo detto che il 2025 avrebbe dovuto essere l’anno del riscatto per Intel. L’allontanamento di Pat Gelsinger, ex CEO della società, ha contribuito a rendere il mare ancora più mosso intorno alla nave Intel. Anche se, a dire il vero, ci sono importanti sprazzi di sereno all’orizzonte. Dopo il tracollo azionario del 60% nel 2023 e le difficoltà finanziarie che hanno indotto a ridurre il personale del 15%.

Il passaggio in massa al processo produttivo 18A (18 angstrom) di Intel già nel corso del 2025 potrebbe improvvisamente dare un vantaggio competitivo alla società ancora in cerca del nuovo amministratore delegato. I primi chip a utilizzare il nuovo nodo dovrebbero essere i Core Ultra 3 Panther Lake previsti per la fine dell’anno.

Credit immagine in apertura: Intel

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