Intel ha confermato che i suoi processori Rocket Lake-S si baseranno su una curiosa combinazione di architetture. Sul versante CPU troveremo un adattamento al processo 14nm+++ dell’architettura Sunny Cove utilizzata nei processori Ice Lake (10 nm+). Una scelta che secondo i tecnici della società di Santa Clara dovrebbe permettere un aumento del valore IPC (istruzioni per ciclo) “a doppia cifra”.
Per quanto riguarda la GPU verrà invece utilizzata l’architettura Intel Xe Gen12 già implementata nei recenti processori Tiger Lake.
Questa combinazione di architetture scelta per i Rocket Lake-S è stata chiamata Cypress Cove. Le novità riguarderanno però anche l’adozione di un nuovo chipset, lo Z590, che sarà integrato in una nuova linea di schede madri e offrirà il supporto per lo standard PCIe Gen4.
Nel complesso i processori Rocket Lake-S promettono importanti passi in avanti in termini architetturali e di performance. Ma saranno in grado di competere con i Ryzen 5000 (Zen 3) di AMD?
Stando ai risultati di alcuni test che hanno fatto capolino su Geekbench, un Rocket Lake-S della serie Core i7 non sarebbe in grado di superare le prestazioni assicurate da un processore AMD Ryzen 7 5800X nonostante il primo funzioni a 5 GHz mentre il secondo possa raggiungere al massimo 4,7 GHz di picco.
Almeno su Geekbench AMD farebbe meglio rispetto alla rivale per quanto riguarda il valore IPC. Entrambi i processori hanno 8 core e 16 thread ma il chip di AMD offrirebbe prestazioni più elevate anche nel multithreading.
Si dice che Intel abbia ridotto il numero di core nei processori Rocket Lake-S per poter integrare la GPU Xe Gen12 e per utilizzare la nuova architettura senza compromettere le temperature di lavoro, lo spazio a livello di silicio e la resa nell’utilizzo dei wafer. Il risultato però è che la serie Rocket Lake-S potrà contare al massimo su 8 core e 16 thread mentre con i Comet Lake-S Intel si è spinta fino a 10 core e 20 thread.
Di contro gli AMD Ryzen 5000 possono offrire configurazioni fino a 16 core e 32 thread.
Con l’ascesa di AMD e le performance fatte segnare in multithreading dai processori della società guidata da Lisa Su, Intel si è concentrata sul concetto di “performance nel mondo reale” al fine di mettere in evidenza come i suoi prodotti restino la migliore opzione.
In effetti un’applicazione consumer o un videogioco in generale non sfruttano più di quattro core e otto thread quindi non vi sarebbe la necessità di disporre di un sistema basato su CPU a dodici o sedici core fisici, a meno di non essere interessati a eseguire applicazioni professionali o contenuti in streaming in contemporanea con altre attività.
Resta il fatto che Rocket Lake-S sembra una mera soluzione “di transizione” per Intel, una gamma di processori destinata ad assicurare la presenza della società sul mercato fino a quando non riuscirà a rendere definitivo il passaggio ai 10 nm per le CPU general-purpose ad alte prestazioni.
I Rocket Lake-S saranno di fatto un altro tock a partire da Comet Lake-S (Intel abbandona l’approccio tick-tock: cosa significa) in attesa di completare la migrazione ai 10 nm: Nanometro, unità di misura utilizzata per descrivere le CPU: ecco perché.