Intel, nonostante gli sforzi per tenerla in vista, è consapevole che la legge di Moore è ormai cosa del passato (La legge di Moore è ancora valida? Nature ne celebra la fine).
In occasione di un incontro con gli investitori, Brian Krzanich, CEO di Intel, ha confermato infatti che la sua azienda sta lavorando per portare il computing oltre i PC e i sistemi server dei giorni nostri.
L’azienda di Santa Clara sta investendo convintamente, per esempio, sullo sviluppo di computer quantistici (vedere questi articoli) e sul computing neuromorfico.
Per decenni Intel ha fatto avanzare il processo costruttivo dei suoi processori a cadenza più o meno biennale portando il processo di miniaturizzazione sempre più all’estremo. In forza dei limiti fisici con i quali è imperativo misurarsi, il “processo evolutivo” delle CPU Intel ha subìto un rallentamento davvero notevole.
Per risolvere questo momento di “crisi”, che durerà ancora diversi anni, è necessario rivedere completamente il modello utilizzato per realizzare PC, server e smartphone.
L’attuale modello – chiamato architettura di Von Neumann – prevede che i dati vengano trasferiti al processore, elaborati quindi inviati di nuovo alla memoria. Ma le memorie e lo storage stanno diventando sempre più dei “colli di bottiglia”.
La soluzione è quella di adottare un nuovo modello computazionale: i computer quantistici dispongono del potenziale per compiere il salto di qualità. Essi, infatti, memorizzano e gestiscono le informazioni in termini di qubits: al posto dei convenzionali bits (cifre 0 e 1), vengono utilizzati – opportunamente codificati – gli stati fisici di una particella o di un atomo.
Dal momento che particelle atomiche e subatomiche possono esistere anche in una sovrapposizione di stati quantistici, i computer quantistici possono usare un gran numero di possibili configurazioni per rendere i qubits.
Se un bit può immagazzinare solo 0 e 1, nel caso di 2 qubit si possono conservare quattro stati; con 4 qubit 16 stati; con 16 qubit 256 stati e così via aprendo le porte alla realizzazione di macchine capaci di eseguire una quantità di calcoli in parallelo mai vista prima.
I chip neuromorfici, poi, saranno modellati in maniera tale da imitare il comportamento dei neuroni cerebrali replicando le interconnessioni (sinapsi).
Che Intel stesse lavorando su questi due campi era già noto ma i commenti rilasciati da Krzanich fanno capire che l’impegno profuso è notevole, già in questa fase.
Nel breve termine, per risolvere il problema del collo di bottiglia rappresentato da RAM e storage, Intel sta puntando molto sulla tecnologia Optane: Che cos’è Intel Optane e come funziona: inizia l’era post SSD.
Uno dei primi obiettivi sarà quello di unire storage e RAM in un unico performante componente (SSD Optane: secondo Intel dureranno tantissimo).
Sul versante datacenter, Intel starebbe usando la fotonica per ridurre le problematiche legate alla capacità trasmissiva (throughput).