Intel ha voluto immediatamente confutare la fondatezza delle analisi che alcune testate online avevano pubblicato nelle scorse ore: l’azienda non è in ritardo nello sviluppo dei nuovi processori per i sistemi server e ci si starebbe muovendo rispettando la roadmap precedentemente fissata.
Portavoce della società di Santa Clara hanno confermato che le CPU Cooper Lake andranno in produzione nella prima metà del 2020 mentre gli Ice Lake a 10 nm, sempre per i sistemi server, saranno prodotti a partire dalla seconda metà del 2020. Lo sviluppo dei successivi Sapphire Rapids, che dovrebbero anch’essi usare un processo costruttivo a 10 nm ulteriormente migliorato (probabilmente 10nm+++), oltre a supportare PCIe 5.0, CXL e DDR5, sarebbe invece fissato per il 2021. Ne abbiamo parlato nell’articolo Processori Intel e AMD per sistemi server: cosa cambierà da qui al 2022.
La decisa presa di posizione fa seguito alle dichiarazioni di Murty Renduchintala, group president of the Technology, Systems Architecture & Client Group e chief engineering officer presso Intel, interrogato in merito alla crescente pressione esercitata da AMD anche in ambito server con i suoi nuovi processori EPYC.
Renduchintala ha dichiarato che entro la fine del 2020 Intel presenterà gli Ice Lake per il mercato server introducendo importanti migliorie in termini di performance sui singoli core, con una roadmap che viene definita “aggressiva” e adeguata per contrastare la concorrenza.
Da più parti erano state infatti evidenziati gli ampi margini di miglioramenti di cui godrebbero i processori AMD EPYC, soprattutto in termini di TDP. La società di Sunnyvale potrebbe quindi aumentare le frequenze di lavoro spingendosi senza problemi su consumi oltre i 300W, presentando prodotti con un numero maggiore di core fisici rispetto a Intel (già oggi un EPYC 7002 utilizza 64 core con i Cascade Lake che arrivano fino a 56 core).