Intel, multa da 376 milioni di euro per pratiche anticoncorrenziali: vicenda iniziata nel 2000

La Commissione Europea conferma una sanzione da 376 milioni di euro a Intel per pratiche anticoncorrenziali: si tratta della vertenza che è iniziata addirittura nel 2000 e che nel corso di oltre due decenni ha visto l'ago della bilancia perdere prima da una parte e poi dall'altra. Cos'è successo, in breve.

La Commissione Europea ha deciso di confermare una sanzione da 376 milioni di euro nei confronti di Intel. Si tratta dell’ultimo capitolo di una vicenda, davvero travagliatissima, che è iniziata addirittura nel 2000 quando le Autorità europee cominciarono a indagare sulle presunte pratiche commerciali promosse da Intel, concentrandosi principalmente sui potenziali comportamenti anticoncorrenziali nel mercato dei microprocessori.

Nel 2009, dopo anni di indagini, Intel era stata raggiunta da una multa record pari a 1,06 miliardi di euro. La Commissione Europea “censurò” il comportamento dell’azienda di Santa Clara contestandole la concessione di sconti esclusivi ai produttori di computer, a condizione che essi acquistassero un’ampia quota dei loro processori. Un’attività del genere avrebbero reso difficile, per i concorrenti di Intel, e in particolare AMD, competere ad “armi pari” sul mercato.

La Commissione Europea descrisse anche comportamenti volti a ritardare o annullare il lancio di prodotti che utilizzavano chip AMD o di altri concorrenti nonché attività come la concessione di prestiti condizionati e condizioni di fornitura esclusive a fronte dell’utilizzo, da parte delle aziende partner, dei processori a marchio Intel.

La sanzione miliardaria arrivò dopo che la Commissione contestò formalmente le pratiche di Intel: il fine sarebbe stato quello di limitare la concorrenza nel settore dei microprocessori e di mantenere Intel in una posizione dominante.

Le contestazioni di Intel e l’apertura di una nuova inchiesta

Intel ha contestato la decisione assunta dalla Commissione nel 2009 e ha presentato ricorso. Nel 2017 raccontavamo come la multa da 1,06 miliardi di euro non fosse più certa perché i giudici della Corte di Giustizia dell’Unione Europea, chiamati ad esprimersi sul caso, non avevano preso in esame tutti gli elementi portati da Intel in sua difesa.

Lo scorso anno, a gennaio 2022, la sanzione da 1,06 miliardi a carico di Intel è stata annullata nella sua interezza. I giudici della Corte di Giustizia hanno sentenziato come l’analisi elaborata dalla Commissione risultasse incompleta e non consentisse di stabilire, con gli standard giuridici richiesti, che gli sconti in questione – praticati da Intel – avrebbero potuto avere o hanno avuto effetti anticoncorrenziali.

La nuova sanzione da 376 milioni irrogata dalla Commissione Europea

È iniziata così una nuova attività di verifica da parte della Commissione che, questa volta, ha deciso di irrogare una sanzione amministrativa da circa 376 milioni. La conferma arriva con una nota ufficiale in cui si osserva quanto segue: “nel 2022, il Tribunale ha parzialmente annullato la decisione della Commissione del 2009, in particolare la conclusione della Commissione relativa alla pratica degli sconti condizionati di Intel. Allo stesso tempo, il Tribunale ha confermato che le palesi restrizioni di Intel costituivano un abuso di posizione dominante sul mercato ai sensi delle regole di concorrenza dell’UE“.

A seguito della sentenza di inizio 2022, la Commissione sceglie oggi di penalizzare Intel limitatamente alle restrizioni palesemente applicate. “Queste restrizioni hanno avuto luogo tra novembre 2002 e dicembre 2006 e consistevano in pagamenti effettuati da Intel a tre produttori di computer (vale a dire HP, Acer e Lenovo) per fermare o ritardare il lancio di prodotti specifici contenenti CPU x86 della concorrenza e per limitare i canali di vendita disponibile per questi prodotti“, si legge ancora nel comunicato.

La Commissione ammette infine che l’ammenda di valore inferiore appena inflitta a Intel, riflette la portata più ridotta dell’infrazione rispetto allo scenario descritto nel 2009.

La reazione di Intel e le sovvenzioni per la costruzione di uno stabilimento in Germania

Da parte sua, Intel ha fatto presente a Reuters di aver iniziato a valutare le nuove conclusioni della Commissione. “Stiamo analizzando la decisione e l’importo della multa per determinare le possibili basi e le prospettive di successo di un appello presso i tribunali europei“, fa presente Intel in una nota.

Attualmente Intel sta attendendo l’approvazione della Commissione per quasi 10 miliardi di euro in sovvenzioni statali tedesche: si tratta di un importo che servirà per sostenere la costruzione di un impianto di produzione di chip in Germania.

La Commissione ricorda di aver comunque presentato ricorso dinanzi alla Corte di Giustizia rispetto ad alcune delle conclusioni raggiunte a inizio 2022.

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