È guerra con AMD. Per anni le CPU quad-core erano rimaste standard e punto di riferimento nel mercato mainstream. Con il lancio dei suoi processori Ryzen, AMD ha costretto Intel a cambiare le sue strategie e a rivedere significativamente la struttura dei suoi processori andando ad aggiungere core ai suoi i3, i5 e i7.
Con i Ryzen, infatti, AMD ha alzato l’asticella portando a sei i core fisici (12 logici) per i prodotti destinati alla fascia media, a otto core (16 core fisici) quelli destinati alla gamma alta soprattutto usando una politica di prezzi particolarmente aggressiva.
L’arrivo dei Ryzen 3000 ha posto nuovamente AMD in pole position: l’architettura da poco presentata è infatti equilibrata in termini di prestazioni, consumi e prezzo
Per rispondere alla staffilata di AMD, Intel sta ultimando i preparativi in vista del lancio dei processori Comet Lake S, una generazione di transizione dovrebbe davvero essere l’ultima a 14 nm. La serie Core 10000 sarà basata su questa architettura e secondo diverse fonti vicine alla società di Santa Clara, Intel avrebbe deciso di portare la tecnologia HyperThreading sulle CPU Core i3 e Core i5.
Una mossa curiosa poiché ci lascerebbe le seguenti configurazioni per i processori di decima generazione: i Core i3 con quattro core fisici e otto logici; Core i5 con sei fisici e dodici logici; Core i7 con otto fisici e sedici fisici; Core i9 con dieci fisici e venti logici.
Se quest’impostazione venisse confermata, il Core i3 10000 – destinato alla fascia bassa del mercato – avrà la stessa configurazione di core e thread del Core i7 7700 che fino a poco più di due anni fa era il più potente processore del mercato consumer in generale.
Quanto è cambiato lo scenario in un lasso temporale così breve, con AMD in grande spolvero ripresasi dopo lo storico misero fallimento della microarchitettura Bulldozer che ancora oggi tanto brucia.
I processori Comet Lake S non porteranno alcun reale aumento in termini di IPC rispetto alle generazioni attuali (Core 8000 e Core 9000); i miglioramenti prestazionali che offriranno saranno frutto di un aumento delle frequenze di lavoro e del numero totale di core e thread.
Intel si è orientata su un ciclo di rinnovo delle schede madri ogni due generazioni, con poche eccezioni. La nuova generazione di processori Intel utilizzerà i chipset della serie 400, il che significa che chi vuole aggiornare le proprie apparecchiature dovrà acquistare una nuova scheda madre, cosa che è già avvenuta nella transizione dai processori della serie Core 7000 alle CPU della serie Core 8000.
L’arrivo dei processori Ice Lake S comporterà il balzo verso un processo costruttivo a 10 nm con grandi cambiamenti nell’architettura e nelle prestazioni. Anche qui ci si dovrà attrezzare con nuove schede madri.
La roadmap, comunque, sembra ormai segnata: Comet Lake S (14 nm++) nel 2020, Rocket Lake S (14 nm+++) nel 2021 e, finalmente, gli Ice Lake S (10 nm) nel 2022, salvo ritardi.