Il 21 febbraio 2024 è una data storica per Intel, di quelle da ricordare in futuro (anche quando ci saranno da tracciare i primi bilanci). Sotto la guida di Pat Gelsinger, la società di Santa Clara ha dato il via a una nuova era con il lancio ufficiale di Intel Foundry, iniziativa espressamente concepita per rispondere alle esigenze dei player che si occupano di intelligenza artificiale. Questa mossa strategica, annunciata dal numero uno di Intel, è accompagnata da una serie di novità incentrate sui piani di sviluppo, sui partner chiave e su alcune iniziative che guardano verso la sostenibilità ambientale.
Intel Foundry non è una semplice ridenominazione di IFS
Fin da quando si è insediato al timone di Intel, Gelsinger ha puntato tanto sull’importanza di sfruttare la forza produttiva dell’azienda e la capacità dei suoi stabilimenti per assistere i partner nella realizzazione dei loro chip.
Ormai tre anni fa, a marzo 2021, il CEO della multinazionale statunitense dichiarava che Intel avrebbe prodotto chip x86, ARM e RISC-V per conto terzi, sotto il vessillo del programma IFS (Intel Foundry Services). Due anni dopo ha destato grande interesse l’accordo multigenerazionale tra ARM e Intel per la produzione di chip. Con Intel Foundry, la società intende adesso posizionarsi come il secondo più grande produttore di semiconduttori entro il 2030.
In termini tecnologici, tra i processi produttivi descritti da Gelsinger e dai “suoi”, Intel 14Å spicca come il primo nodo di produzione su larga scala ad usare scanner per la litografia EUV High-NA, aprendo a nuovi orizzonti in termini di miniaturizzazione dei transistor. Con Intel Foundry, l’azienda vuole battere la strada della costante innovazione, con l’introduzione di un nuovo nodo ogni due anni.
La nuova denominazione, che eredita quanto svolto con il precedente programma IFS e tende a migliorarlo, riflette la volontà di Intel di essere protagonista in un’epoca, quella che stiamo vivendo, in cui l’IA guida le innovazioni.
Diversificazione e collaborazioni strategiche
Con Intel Foundry, l’azienda guidata da Gelsinger non intende limitarsi a un solo partner o a una manciata di nomi. Confermando una solida collaborazione con realtà quali Synopsys, Cadence, Siemens e Ansys, è emerso che Microsoft ha scelto Intel per la produzione dei suoi chip proprietari utilizzando il processo Intel 18Å. Questa partnership sta catturando l’attenzione di tutti gli osservatori, soprattutto perché Microsoft ha preferito Intel a NVidia per la fabbricazione dei suoi nuovi chip.
Il CEO di Intel ha espresso il desiderio di estendere la collaborazione anche alla rivale AMD. E ciò a dispetto del fatto che AMD aveva criticato la scelta di Intel di investire sugli stabilimenti di produzione. Dal canto suo, AMD si è sempre dichiarata soddisfatta di aver virato verso un approccio fabless, ossia di non realizzare in proprio i chip progettati dai suoi ingegneri.
La posizione di Gelsinger indica la chiara volontà di servire la più ampia gamma di clienti possibile, compresi i diretti concorrenti.
Gelsinger prova a chiamare a raccolta anche i concorrenti per realizzare i loro chip
Intel Foundry permetterà di realizzare chip per i vari clienti (quindi potenzialmente anche AMD) utilizzando i nodi di processo di punta Intel, ma anche l’intera gamma di tutte le sue proprietà intellettuali, inclusa la sua tecnologia di packaging più evoluta. Un aspetto che solleva diversi punti interrogativi: come intende, Intel, affrontare i concorrenti “muniti” della sua stessa tecnologia? Forse con una progettazione dei prodotti migliore?
Certo è che Intel ha fatto esplicitamente i nomi di realtà come AMD, Qualcomm, Google e NVidia che vorrebbe “nella partita” e, in particolare, si appoggiassero ai suoi stabilimenti. “Voglio che Intel Foundry sia utilizzata da tutti. Vogliamo aiutare a costruire chip NVidia, chip AMD, chip TPU per Google e chip di inferenza per Amazon. Vogliamo aiutarli e fornire loro le tecnologie più potenti, performanti ed efficienti per costruire i loro sistemi. Punto“, ha dichiarato senza mezze parole Gelsinger.
La collaborazione con Microsoft si Intel 18Å
Confermando la scelta di Intel Foundry per la realizzazione di innovativi chip con il suo marchio, Microsoft ha parlato di una “stimolante innovazione“. Le parole di Satya Nadella, CEO dell’azienda di Redmond: “ci troviamo in mezzo a un cambiamento di piattaforma che trasformerà radicalmente la produttività per ogni singola organizzazione e per l’intera industria“. Per sostenere questo radicale mutamento, ha aggiunto, “abbiamo bisogno di un approvvigionamento affidabile dei semiconduttori più avanzati, ad alte prestazioni e di alta qualità. Ecco perché siamo così entusiasti di lavorare con Intel Foundry e di aver scelto un design di chip che prevediamo di produrre utilizzando il processo Intel 18Å“.
Cercando di “tradurre” il commento di Nadella, l’accordo tra Microsoft e Intel potrebbe indicare sia l’introduzione di metodi innovativi nella produzione dei chip, sia nuove architetture e paradigmi di CPU. Quasi certamente stiamo parlando di prodotti che saranno realizzati in grandi volumi e distribuiti sul mercato per diversi anni. La produzione dei primi esemplari di chip Intel 18Å dovrebbe cominciare nella seconda metà del 2024.
Sostenibilità e responsabilità ambientale
La corsa all’IA non può escludere la massima attenzione agli aspetti ambientali e di sostenibilità. Entro il 2023, secondo i vertici di Intel, il 99% dell’elettricità utilizzata nelle fonderie dell’azienda sarà di origine rinnovabile. La società mira a raggiungere il 100% di energia rinnovabile e zero rifiuti in discarica entro il 2030. Inoltre, si propone di eliminare completamente le emissioni di gas serra di tipo 1 e 2 entro il 2040, con il fine ultimo di ridurre le emissioni di gas serra di tipo 3 intorno allo zero entro il 2050.
La storica presentazione di Intel Foundry e gli annunci correlati delineano una visione ambiziosa per il futuro della produzione di semiconduttori. Almeno in casa Intel.
La società di Gelsinger ambisce a diventare l’ingranaggio trainante nel settore, combinando innovazioni tecnologiche, collaborazioni strategiche e una forte responsabilità ambientale.
Con l’obiettivo di cinque nodi produttivi in quattro anni quasi raggiunto, la nuova Intel sembra aver davvero cambiato passo e non assomiglia affatto alla vecchia Intel che ha vacillato per diversi anni a causa degli errori sul nodo a 10nm, cedendo la sua corona alla taiwanese TSMC.
Fonte delle immagini: Intel.