Intel ha avviato un piano strategico volto a ridurre la dipendenza della società e del mercato dai produttori asiatici. Nell’ambito dell’iniziativa Intel Device Manufacturing 2.0 (IDM 2.0), inoltre, l’azienda guidata da Pat Gelsinger inizierà a produrre chip x86, ARM e RISC-V per conto terzi.
Una novità che ha destato un po’ di meraviglia l’anno scorso e che ha cominciato a prendere forma con l’annuncio della disponibilità di licenze per l’accesso alla piattaforma x86 da parte delle società partner e degli accordi con MediaTek e Qualcomm.
L’agenzia Reuters rivela che l’Italia avrebbe ormai raggiunto l’importante intesa con Intel, della quale si parlava da tempo, per la realizzazione di un grande impianto per la produzione di chip nel nostro Paese.
Reuters invoca il segreto professionale e si astiene dal citare le “fonti attendibili” che avrebbero confermato la stretta di mano tra Intel e il Governo italiano.
Le fonti fanno sapere che il governo uscente di Mario Draghi e Intel avrebbero scelto la cittadina di Vigasio (Veneto) come sito destinato ad ospitare il nuovo stabilimento.
Situata vicino a Verona, vicino all’autostrada e alla ferrovia che collega il Brennero, Vigasio si è rivelata l’opzione preferita. Il sito è ben collegato con la Germania e in particolare con la città di Magdeburgo dove Intel realizzerà due stabilimenti.
Sul piatto ci sono 4,5 miliardi di dollari di investimenti ma il Governo del nostro Paese sarebbe pronto a finanziare fino al 40% dell’attività di Intel volta alla creazione dell’impianto produttivo italiano. L’investimento di Intel in Italia fa parte di un più ampio piano annunciato dal produttore di chip statunitense lo scorso marzo e che prevede 80 miliardi di euro di investimenti lungo il prossimo decennio al fine di estendere la capacità produttiva in tutta Europa.
L’Italia ha finora stanziato 4,15 miliardi di euro fino al 2030 per attirare i produttori di chip e investire in nuove applicazioni industriali nel nostro Paese. La Commissione Europea, dal canto suo, ha dichiarato all’inizio dell’anno di aver messo a disposizione 15 miliardi di euro di investimenti pubblici e privati entro il 2030. Una somma che va a sommarsi ai 30 miliardi di euro di investimenti pubblici già pianificati con i piani NextGenerationEU, Horizon Europe e i bilanci nazionali.
Con il Chips Act europeo il Vecchio Continente ambisce ad attirare almeno il 20% della produzione di chip mondiale entro il 2030. Un obiettivo decisamente ambizioso che si scontra con l’attuale problema della carenza di chip.
Lo stabilimento Intel italiano entrerebbe in funzione entro il 2025 con una forza lavoro composta da circa 1.500 dipendenti della multinazionale statunitense e 3.500 figure professionali che si creeranno nell’indotto.
Il mese scorso STMicroelectronics si è accordata con GlobalFoundries per costruire una fabbrica di chip da 5,7 miliardi di dollari in Francia e il Governo italiano sarebbe in trattativa con la stessa STMicroelectronics oltre che con TSMC, MEMC Electronic Materials e Israeli Tower Semiconductor che Intel ha acquistato all’inizio di quest’anno.