Intel al lavoro sulle CPU Atom Grand Ridge: 24 core e DDR5

Grandi novità per la prossima generazione della famiglia di processori Atom: fonti vicine a Intel offrono qualche informazione sulle caratteristiche dei futuri processori Grand Ridge.

Nell’ambito della famiglia di processori Atom, Intel starebbe progettando i Grand Ridge, prodotti pensati per micro server, NAS e hardware per il networking che basano il loro funzionamento su un gran numero di core a bassa potenza.
I Grand Ridge implementeranno sia il supporto per l’interfaccia PCIe 4.0 (16 piste) che quello per le memorie RAM DDR5 di prossima generazione.

Saranno formati da un massimo di 24 core fisici di tipo Gracemont raccogliendo l’eredità del processore Atom P5962B <Snow Ridge, anch’esso a 24 core (Tremont) e basato sul processo costruttivo a 10 nm di Intel.

I core Gracemont debutteranno nel 2021 anche come parte integrante delle CPU Alder Lake: Processori Intel Alder Lake in configurazioni da 6, 10, 14 e 16 core. Tali core, infatti, si occuperanno di ottimizzare il funzionamento a elevata efficienza energetica dei nuovi processori MCM.

Stando alle voci di corridoio, i processori Grand Ridge userebbero il nodo produttivo HLL+ a 7 nm di Intel e suddividerebbero i 24 core Gracemont in 6 gruppi da quattro core ciascuno. Ognuno di questi cluster dovrebbe condividere una cache L2 da 4 MB mentre una cache L3 di dimensioni ancora sconosciute sarebbe messa a fattor comune tra i 6 blocchi.

Intel starebbe inoltre usando la sua interconnessione SCF (Scalable Control Fabric) tra i vari componenti del processore Grand Ridge.
Oltre ai 6 cluster i nuovi processori Atom sarebbero equipaggiati con un controller di memoria DDR5 a due canali. L’hardware sarebbe stato pensato per ottimizzare le operazioni di rete, il trasferimento dati su reti 5G oltre a offrire diverse opzioni di connettività.

I Grand Ridge non dovrebbero comunque arrivare sul mercato prima del 2022: sulla carta si tratta di prodotti Atom davvero molto interessanti ma bisognerà attendere ancora un bel po’ per capire quali saranno i primi dispositivi a utilizzarli.

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