Secondo gli analisti, il chip Medfield – che Intel si accingerebbe a rilasciare – fungerà da banco di prova per verificare in che misura la società guidata da Paul Otellini saprà imporsi nel mercato degli smartphone e, naturalmente, lanciare il guanto di sfida ad ARM.
Stando a quanto dichiarato dalla società, il primo smartphone basato su tecnologia Intel dovrebbe arrivare nei negozi durante i primi mesi del 2012. Sempre secondo gli osservatori, tuttavia, molti produttori potrebbero conservare un atteggiamento prudente nei confronti di Intel, considerata ancora un’esordiente nel mondo degli smartphone ove ARM ha da tempo costruito il suo feudo.
A gennaio Intel aveva dichiarato che smartphone basati su Medfield avrebbero iniziato ad apparire sul mercato nella seconda metà di quest’anno. Nel corso del Computex di Taipei, però, l’azienda ha posticipato la data del debutto.
Medfield coniuga una CPU Atom con alcuni core specializzati nello svolgimento di talune funzioni, ad esempio l’accelerazione grafica. Sarà destinato a sostituire Moorestown, un chip studiato per gli smartphone che però non è mai stato adottato in alcun modello di dispositivo (LG aveva mostrato uno smartphone basato su tale chip, il GW990, ritirandolo prima dell’effettiva produzione).
I processori di Intel sono tradizionalmente più orientati alle prestazioni rispetto ad ARM ma il tallone d’Achille restano l’efficienza energetica ed il prezzo. ARM, inoltre, gode di di buon vantaggio rispetto ad Intel anche sul lato applicativo: gran parte dei software per smartphone sono sviluppati per i sistemi operativi compatibili con i processori ARM.
E’ proprio il successo fatto registrare da ARM, una piccola azienda che concede in licenza, a terzi, l’utilizzo dei suoi chip, è uno dei fattori che hanno indotto Intel a modificare le caratteristiche progettuali dei suoi dispositivi rendendoli ancor più compatti ed efficienti dal punto di vista energetico.
Medfield sarà costruito utilizzando un processo a 32 nanometri mentre si passerà ai 22 nanometri più avanti, nel corso di quest’anno. Secondo i portavoce di Intel, tra circa un biennio si potrà pensare ad una tecnologia a 14 ed 11 nanometri. Quando si parla di processo costruttivo di un microprocessore, si fa riferimento alle dimensioni del gate di ogni singolo transistor (si consideri che il virus dell’HIV è grande circa 120 nanometri, un globulo rosso umano circa 6000-8000 nanometri…). Nel 2013 Intel conta di raggiungere ARM rispetto al parametro legato ai consumi energetici.