Il contenuto di molti dischi a stato solido (SSD) così come i dati ospitati da altri supporti di memorizzazione quali chiavette USB e schede di memoria non sarebbero eliminabili in modo sicuro. Anche dopo ripetute sovrascritture dai dati precedentemente conservati sull’unità di memoria (“wiping“) tracce delle informazioni dell’utente possono continuare a restare nelle celle delle flash NAND. Queste tracce non sono, di solito, accessibili ricorrendo alle modalità tradizionali ma possono essere letti direttamente utilizzando appositi strumenti elettronici.
Sono queste le conclusioni di uno studio condotto dai ricercatori dell’Università della California che ha preso in esame numerose tipologie di supporti di memoria. Dopo aver memorizzato dei dati all’interno di tali device, il team di ricercatori ha provveduto ad effettuare un’operazione di wiping utilizzando diversi software e differenti algoritmi.
Gli studiosi hanno esortato i produttori di unità SSD a sviluppare tecniche efficaci in grado di garantire la cancellazione dei dati senza lasciare alcuna traccia.
Nella figura in alto, l’FPGA – circuito integrato digitale la cui funzionalità è programmabile via software – utilizzato dai ricercatori californiani per analizzare il contenuto dei chip flash.
La ricerca, a firma di Michael Wei e di altri collaboratori, è consultabile prelevando questo file PDF.