La Commissione Europea e in particolare l’ufficio EUIPO (Ufficio dell’Unione Europea per la proprietà intellettuale hanno appena pubblicato un lungo documento composto da ben 40 pagine dal titolo “Counterfeit and Piracy Watch-List“.
Si tratta di uno studio che, nell’attesa dell’approvazione definitiva della nuova (e criticatissima) normativa a tutela del copyright (vedere Approvata la nuova direttiva europea sul copyright), mira a sensibilizzare le autorità, i governi, gli enti pubblici e gli operatori privati a vario livello ad attivare azioni concrete a contrasto della pirateria e della contraffazione.
Iniziativa certamente lodevole eccezion fatta per una gaffe davvero madornale. Il documento prodotto dalla Commissione e reso pubblico sul web contiene tutti i nomi dei siti che distribuiscono direttamente materiale audiovisivo protetto da copyright senza averne titolo, pagine che pubblicano link verso risorse pubblicate altrove, indici di materiale disponibile su BitTorrent o altri circuiti peer-to-peer e, addirittura, luoghi in tutto il mondo in cui si registra la regolare vendita di merce contraffatta o illegale.
È possibile che i responsabili europei non si siano accorti dell’errore commesso?
La pubblicazione della “Counterfeit and Piracy Watch-List, di cui ovviamente riteniamo inopportuno fornire il link, sembra quasi una guida ragionata al download di contenuti protetti da copyright. Anziché aiutare i detentori dei diritti, il documento sembra paradossalmente contribuire a ingenerare l’effetto diametralmente opposto.
Non sarebbe stato più ragionevole analizzare i potenziali effetti della pubblicazione di un simile studio? Non sarebbe stato quanto meno preferibile rimuovere le informazioni “sensibili” dalla versione pubblica del medesimo documento?