Lo aveva anticipato a suo tempo lo stesso ideatore e numero uno di Telegram, Pavel Durov: la piattaforma di messaggistica istantanea avrebbe potuto iniziare a monetizzare mostrando occasionalmente pubblicità agli utenti, cosa che fino ad oggi non era mai stata fatta.
Da Telegram si vogliono subito placare eventuali polemiche: nell’attuale implementazione la pubblicità assumerà la forma di “messaggi sponsorizzati” testuali posti soltanto nei canali pubblici con più di 1.000 follower.
I messaggi di questo tipo saranno inoltre limitati a 160 caratteri, quanto basta per trasmettere attrarre gli utenti e spronarli ad accedere a un altro canale Telegram.
Chi pubblicherà gli annunci non potrà abusarne e potrà in ogni caso esporne un numero limitato. Inoltre i messaggi non possono reindirizzare l’utente verso un sito web esterno ma solo ed esclusivamente ad altri canali Telegram.
Un’altra particolarità dei messaggi sponsorizzati di Telegram è che possono essere basati sul contesto del canale in questione ma non sull’attività dell’utente quindi le modalità con cui ciascun utente si serve del client di messaggistica istantanea non saranno tracciate per mostrare pubblicità “ad hoc”. Visto l’approccio da sempre utilizzato da Telegram era qualcosa di scontato ma l’azienda ha voluto comunque precisarlo.
I gestori dei canali Telegram non saranno in grado di scegliere quali annunci vengono mostrati ma la società sostiene che gli introiti saranno condivisi con gli amministratori di ciascun canale.
Non aspettatevi che i canali che seguite su Telegram si riempiano improvvisamente di pubblicità perché oltre alle limitazioni di cui sopra la nuova funzione è attualmente in beta e non è attivata su larga scala.
Durov ha dichiarato che gli utenti che non vogliono vedere alcun messaggio sponsorizzato potranno comunque esprimere il loro diniego alla visualizzazione di tali informazioni. Il CEO di Telegram non ha però spiegato nel dettaglio come si concretizzerà questa possibilità.
Altre volte, però, ha ricordato che quando non si paga mai nulla per un servizio il prodotto è l’utente quindi è necessario sempre chiedersi quali dati si stiano condividendo con soggetti terzi.
Maggiori informazioni sono state pubblicate nella pagina dedicata a Telegram Ad Platform.