Google sta lavorando sodo con l’intento di portare al debutto, quanto prima, Chrome OS, sistema operativo “made-in-Mountain View” col quale l’azienda fondata da Larry Page e Sergey Brin desidera “sbarcare”, almeno inizialmente, sul mercato dei netbook x86 ed ARM. Chrome OS poggerà su un “cuore” Linux ed incentrerà l’intera sua offerta, dal punto di vista applicativo, su Chrome – il browser dell’azienda -: a parte l’integrazione di un riproduttore multimediale che faciliterà la fruizione dei contenuti audio e video, per il resto la piattaforma dovrebbe operare, per la quasi totalità, “in the cloud” offrendo gli strumenti per utilizzare velocemente tutti i servizi che compongono il portafoglio di Google.
In questi giorni si stanno rincorrendo alcune anticipazioni legate ad una funzionalità che potrebbe debuttare con Chrome OS e che faciliterebbe l’utilizzo di applicazioni Windows. I dettagli forniti sono per il momento davvero ben pochi: battezzata colloquialmente “Chromoting” (si compone dei termini “Chrome” e “remoting“), permetterebbe di connettersi ad una macchina remota ed utilizzare le applicazioni in essa installate. Potrebbe somigliare ad un software di “desktop remoto” con “un qualcosa in più“.
Gary Kacmarcík, ingegnere software di Google, ha fornito qualche indiscrezione su “Chromoting” preferendo però non fornire alcun dettaglio: “Chrome OS, grazie a questa funzionalità, non sarà solamente una piattaforma in grado di sfruttare le più evolute applicazioni web ma consentirà di accedere alle applicazioni installate sul personal computer, dall’interno del browser“, ha dichiarato.
Un’alternativa all’utilizzo di un meccanismo di “desktop remoto”, potrebbe poggiare sulla fornitura – da parte di Google – di un’infrastruttura remota in grado di eseguire applicazioni Windows. Ma si tratta solamente di mese ipotesi che non hanno, per ora, nulla di ufficiale. Nessuna delle due soluzioni appare però, per ora, particolarmente elegante: cercheremo di saperne di più nel corso delle prossime settimane.