L’architettura RISC-V è estremamente promettente sul medio e lungo termine perché è esente dal pagamento di royalty ed è quindi utilizzabile da parte di qualunque azienda interessata senza il versamento di un centesimo.
Abbiamo già detto cos’è e come funziona RISC-V spiegando anche il ruolo di SiFive, una delle aziende più promettenti nel mondo dei semiconduttori che sta progettando chip e commercializzando soluzioni RISC-V. SiFive detiene inoltre una serie di tecnologie sviluppate proprio a partire dallo standard aperto RISC-V.
La società progetta e vende chip RISC-V con un modello fabless sin dal 2015 ma ha iniziato a generare molto interesse dal 2018 quando ha ricevuto un importante round di finanziamento da 50,6 milioni di dollari. Tanto che Intel stessa voleva acquistarla per 2 miliardi.
Qualche tempo fa abbiamo parlato dell’accordo tra SiFive e Intel sull’architettura RISC-V e si sa che Apple sta lavorando sullo sviluppo di suoi processori RISC-V.
Un tempo sembrò quanto meno curioso che Apple iniziasse a progettare e realizzare i suoi SoC basati su architettura ARM: in realtà non solo è riuscita nell’intento ma ha anche ottimizzato tali soluzioni per sistemi ad elevate prestazioni come i suoi Mac.
Bella l’analisi di Steven Sinofsky (ex Microsoft) sulla storia di Apple che ha portato al lancio dei SoC M1, M1 Pro e M1 Max.
Realizzare chip RISC-V in proprio permetterebbe ad Apple di risparmiare una montagna di soldi nel medio e lungo termine grazie al fatto di poter sfruttare un’architettura esente dal versamento di royalty. Adesso la Mela versa invece i diritti di licenza alla britannica ARM; con RISC-V non pagherebbe nulla.
Uno dei maggiori problemi che Apple dovrebbe affrontare se in futuro decidesse di iniziare la transizione verso l’architettura RISC-V è la ridotta potenza grezza. Si tratta infatti di un’architettura efficiente ma le prestazioni sono ben al di sotto di ciò di cui Apple ha bisogno.
Il quadro potrebbe essere destinato a cambiare molto presto perché SiFive ha annunciato che sta lavorando su una nuova generazione di chip in grado di superare le prestazioni di un chip Cortex-A78 ARM.
Il Cortex-A78 è stata la grande novità di ARM nel 2020 ed è la soluzione utilizzata in numerosi moderni SoC ad alte prestazioni come ad esempio il Samsung Exynos 2100 che integra un core Cortex-X1, tre core Cortex-A78 e quattro Cortex-A55.
SiFive ha in serbo qualcosa di molto valido, almeno stando alle dichiarazioni rilasciate in questi giorni.
Questo nuovo chip RISC-V potrà usare fino a 16 core, sarà altamente scalabile (potrà essere raggruppato in blocchi fino a 128 core), avrà una frequenza fino a 3,5 GHz, fino a 16 MB di cache L3 (1 MB per core) e arriverà fino a 2 MB di cache L2 (128 KB per core).
Il nuovo SoC RISC-V funzionerà su una vasta gamma di dispositivi: dagli indossabili agli smartphone, dai tablet ai PC fino ad arrivare addirittura ai server.
Se tutto andrà secondo i piani SiFive fornirà maggiori informazioni sul promettente chip a dicembre.