Le soluzione basate sull’architettura RISC-V royalty-free sono in forte ascesa. D’altra parte è lo stesso Jim Keller a scommettere forte su RISC-V dopo essere stato uno dei principali artefici della “rinascita AMD“, grazie alla messa a punto della rivoluzionaria architettura ibrida e multi-chip Zen. Il fermento nel mondo dei semiconduttori che stiamo vivendo ormai da ben più di un anno a questa parte, ben dimostra come ci sia spazio per farsi largo nel segmento della progettazione e della commercializzazione dei chip, proponendosi come alternativa concreta ai “grandi nomi”.
Ubitium è una startup con un’ambizione di elevato profilo: creare un’unica architettura in grado di soddisfare tutte le possibili esigenze computazionali. Il progetto Universal Processor consiste proprio in una microarchitettura “agnostica rispetto al carico di lavoro”. Basato sull’architettura RISC-V, il chip Universal Processor di Ubitium non segue il modello tradizionale di combinare componenti distinti in un unico package, come nel caso degli AMD MI300A o dei superchip Grace-Hopper di NVIDIA. La vera innovazione risiede nella riutilizzabilità completa dei transistor, eliminando la necessità di core specializzati.
Universal Processor unifica CPU, GPU, DSP e FPGA
I portavoce di Ubitium presentano l’idea alla base del loro processore universale addirittura come un vero e proprio cambio di paradigma nell’era dell’intelligenza artificiale. Universal Processor ambisce a ricoprire qualunque ruolo: CPU, GPU, DSP, FPGA sono tutti in un unico chip, con un’unica architettura.
A una prima analisi, il concetto di Ubitium ricorda quello degli FPGA (Field-Programmable Gate Array), noti per la loro capacità di essere riprogrammati per svolgere compiti differenti. Ubitium, tuttavia, sostiene che il suo processore sarà più piccolo, efficiente dal punto di vista energetico e meno costoso rispetto agli FPGA attuali. Una promessa che pone il chip in una condizione privilegiata, poiché – almeno sulla carta – in grado di combinare prestazioni e flessibilità.
Creare un’architettura rivoluzionaria richiede risorse significative. La fase di “tape-out“, ovvero la fabbricazione dei primi campioni, può costare centinaia di milioni di dollari. Con i fondi attuali, Ubitium può limitarsi a lavorare su simulazioni e prototipi. Nonostante ciò, l’azienda ha una roadmap già sviluppata che fa riferimento al possibile rilascio dell’Universal Processor già nel 2026.
Democratizzare il calcolo ad alte prestazioni (HPC) e l’AI
La missione di Ubitium è offrire una piattaforma computazionale ubiquitaria che acceleri lo sviluppo, promuova l’interazione naturale con i dispositivi e abiliti l’autonomia delle macchine, restituendo agli sviluppatori e agli utenti il bene più prezioso: il tempo.
La storia di questa nuova realtà nel mercato dei semiconduttori inizia negli anni ’90, quando Martin Vorbach, fondatore di PACT XPP Technologies, sviluppò tecnologie di processori riconfigurabili che hanno ottenuto oltre 200 brevetti e sono state concesse in licenza ai principali produttori di semiconduttori statunitensi. Le limitazioni tecniche e pratiche di queste architetture lo hanno spinto a immaginare un nuovo paradigma, culminato nell’innovativa Universal Processing Architecture.
Nel 2024, dopo un decennio di perfezionamenti, Vorbach ha fatto squadra con Peter W. Weber, veterano dell’industria tecnologica e Hyun Shin Cho, esperto di trasformazione digitale, per fondare Ubitium.
La startup ha inoltre forti radici europee: la sua sede principale è a Düsseldorf (Germania); utilizza inoltre un importante centro di ricerca a Rülzheim, nei pressi di Karlsruhe. L’azienda intende quindi crescere rapidamente e rafforzare la sua posizione come leader europeo nel settore tecnologico.
Sguardo puntato verso un ecosistema universale
In prospettiva, Ubitium non si limiterà a sviluppare e commercializzare un singolo chip. L’obiettivo è creare un’intera gamma di processori basati sulla stessa microarchitettura. Questi chip potrebbero coprire vaste aree del mercato: dai dispositivi embedded, fino ai sistemi per il calcolo ad alte prestazioni (HPC), offrendo un ecosistema unificato in termini di stack software e design.
L’approccio innovativo promette l’inizio di un nuovo capitolo per l’industria dei semiconduttori, ma il successo dipenderà dalla capacità della startup di attrarre finanziamenti e affrontare sfide tecniche e temporali.