Da più di un anno il settore tech è stato travolto dall’intelligenza artificiale e colossi del calibro di Microsoft, Apple e Google sono costantemente impegnati a migliore prodotti e servizi sfruttando le più moderne tecnologie. In realtà, l’acronimo AI oggi lo si legge un po’ ovunque, e in alcuni casi viene utilizzato anche impropriamente. Ma è una buona idea per le aziende associare sempre e comunque i loro prodotti all’intelligenza artificiale? È davvero una strategia vincente per attirare i consumatori?
A tal proposito è molto interessante uno studio condotto dalla Washington State University, che ha intervistato 1.000 persone (tutte di maggiore età) per valutare il legame tra il trend dell’intelligenza artificiale e il comportamento di potenziali acquirenti. Al campione sono stati presentati diversi prodotti e servizi nelle cui descrizioni era presente un preciso termine, ovvero “intelligenza artificiale“. Questo per cogliere la sua influenza in fase d’acquisto.
Il peso del termine “intelligenza artificiale” in fase d’acquisto
Ebbene, le risposte sono state abbastanza sorprendenti per quel che riguarda gli smart TV. Buona parte dei partecipanti si è mostrato meno propenso all’acquisto di un televisore smart nella cui descrizione figuravano anche le funzioni AI. Un altro gruppo ha invece mostrato molto più interesse per gli stessi prodotti, ma con un descrizione leggermente modificata, ovvero priva di ogni riferimento all’intelligenza artificiale.
Dagli altri test legati allo studio è emerso che l’impatto negativo del termine “intelligenza artificiale” è stato più netto negli acquisti “ad alto rischio” come smart TV molto costosi, dispositivi medici o servizi finanziari. Questo perché, secondo l’autore dello studio Mesut Cicek, le persone si muovo con maggior cautela e attenzione quando devono investire cifre importanti o quando c’è in gioco la propria salute. Insomma, l’AI ispirerebbe scarsa fiducia.
I prodotti a basso rischio, come aspirapolvere e robot per la pulizia di casa, sono stati percepiti meno negativamente, ma le persone hanno comunque optato per le alternative senza intelligenza artificiale.
«Quando viene menzionata l’AI, si tende a ridurre la fiducia emotiva, che a sua volta diminuisce le intenzioni di acquisto», ha spiegato Cicek. Lo stesso ha poi sottolineato che, secondo lui, i professionisti del marketing dovrebbe fare attenzione al modo in cui presentano l’intelligenza artificiale nelle descrizioni dei prodotti, perché enfatizzare troppo questo aspetto potrebbe essere controproducente.