Il ponte tra i sistemi Windows e Linux, com’è noto, si chiama Samba. Si tratta di un software libero che è capace di allestire delle condivisioni su server Unix/Linux in modo tale che appaiano, agli utenti di Windows, come normali cartelle accessibili attraverso la rete locale. Samba può essere considerata come un’implementazione opensource dei protocolli di rete impiegati sui sistemi operativi Microsoft ed è proprio grazie al lavoro svolto da quest’applicazione che è oggi possibile scambiare, senza difficoltà alcuna, file e cartelle tra macchine Linux e Windows (e viceversa).
La denominazione Samba trae origine dall’inserimento di due vocali nel nome del protocollo SMB (“Server Message Block“), utilizzato da Microsoft principalmente per condividere file, stampanti, porte ed altri tipi di comunicazioni tra i diversi nodi di una rete.
La notizia è che nei giorni scorsi Stephen A. Zarko, membro dell’Open Source Technology Center di Microsoft ha contribuito alla crescita del progetto Samba inviando una patch per il software sotto licenza GNU GPL.
L’importanza dell’evento è stata pubblicamente celebrata da Chris Hertel, uno dei responsabili del team Samba che, in una nota ufficiale, plaude al contributo pervenuto da Redmond.
“Sino a qualche anno fa, l’invio di una patch dai tecnici Microsoft (avente come obiettivo quello di contribuire al progetto Samba, n.d.r.) era qualcosa di impensabile. Le battaglie sono terminate ed i tempi sono cambiati“, ha commentato Hertel. “Siamo ancora in disaccordo su alcune questioni come il ruolo che rivestono i brevetti software nell’ostacolare lo sviluppo di applicazioni innovative, ma Microsoft è ora in prima linea per costruire una comunità più forte e migliorare l’interoperabilità nel mondo SMB“.