Il Parlamento europeo ha ignorato la decisa presa di posizione dei padri fondatori del Web e della rete Internet, i suggerimenti e gli appunti di coloro che hanno contribuito alla crescita di tantissimi servizi online universalmente apprezzati, le osservazioni delle associazioni che operano a tutela dei diritti fondamentali dei cittadini, le analisi di accademici ed esperti di tecnologia, la petizione che ha portato alla raccolta di oltre 5 milioni di firme, le proteste che si sono susseguite nel corso del fine settimana.
Quest’oggi è stata infatti approvata nella sua interezza la nuova normativa in materia di tutela del copyright, compresi quindi i discussi articoli 11 e 13: Riforma sul copyright: al vaglio anche i criticati articoli 11 e 13.
Come riassume EFF sono a questo punto ben poche le speranze di una mancata approvazione della normativa: sarebbe infatti necessario che nei prossimi giorni almeno uno Stato membro dell’Unione Europea cambiasse la sua posizione esprimendo un formale diniego.
Secondo l’organizzazione internazionale non profit che si impegna sui temi della tutela dei diritti digitali e della libertà di parola, se la direttiva dovesse essere approvata definitivamente si scatenerebbe il caos. Mentre infatti una normativa come il GDPR è stata definita a livello centrale, la riforma sul copyright dovrebbe essere fatta propria da ogni singolo stato membro e dovrà essere quindi convertita in legge a livello nazionale entro il 2021.
È altamente probabile, quindi, che a livello locale vengano approvate soluzioni anche molto differenti l’una dall’altra, con testi ampiamente incoerenti.
Inoltre, chi difenderà gli utenti finali? Si chiede EFF che invita a proseguire la protesta. Come può essere accettabile l’idea di una rete in cui tutto ciò che viene caricato online deve essere necessariamente controllato e sottoposto a severe attività di filtraggio?
Come possono essere accolte positivamente misure che sembrano porre un freno alla libera circolazione delle informazioni e che addirittura introducono “oboli” da versare da parte di coloro che ripubblicano in estratto notizie di terze parti?
Google aveva già anticipato che se la riforma fosse passata avrebbe valutato la chiusura del servizio News in Europa: La link tax ovvero la fantasiosa manovra per far pagare Google farà un buco nell’acqua.
L’azienda fondata da Larry Page e Sergey Brin aveva inoltre presentato un’anteprima dell’ipotetico look del motore di ricerca dopo l’eventuale entrata in vigore della legge: Normativa europea a tutela del copyright: il motore di ricerca diventerà una landa deserta.
Fonte dell’immagine: EFF.
Dark day for internet freedom: The @Europarl_EN has rubber-stamped copyright reform including #Article13 and #Article11. MEPs refused to even consider amendments. The results of the final vote: 348 in favor, 274 against #SaveYourInternet pic.twitter.com/8bHaPEEUk3
— Julia Reda (@Senficon) 26 marzo 2019