Mentre in Russia, Giamaica, Giappone, Messico, Taiwan, Turchia e Colombia Apple non dovrebbe avere grossi problemi, la registrazione del marchio “iWatch” sul territorio europeo potrebbe risultare non poco problematica per la società guidata da Tim Cook.
Stando a quanto emerso in questi giorni, infatti, altre società potrebbero già detenere i diritti sull’impiego della denominazione “iWatch“.
La società italiana Probendi ha infatti richiesto la registrazione del marchio “iWatch” già nel mese di agosto 2008. La documentazione è stata trasmessa alla UAMI, agenzia dell’Unione europea competente per la registrazione di marchi, disegni e modelli validi in tutti i 28 paesi dell’UE, che ha concesso la registrazione pochi mesi dopo, a febbraio 2009.
Come si evince dalla descrizione contenuta in questa scheda, Probendi ha deciso di utilizzare il termine “iWatch” per definire uno strumento per la trasmissione e la ricezione di informazioni audio e video, oltre che di geolocation.
Il nome “iWatch” sarà oggetto di dispute anche negli Stati Uniti dove è al momento “feudo” di una piccola società – la OMG Electronics – che al momento sta raccogliendo dei fondi per la realizzazione di un orologio multimediale.
Bisognerà verificare quale sarà la via scelta da Apple. Seppur come “seconda arrivata” cercherà di invalidare i precedenti brevetti, oppure tenterà un accordo commerciale con le aziende attualmente detentrici della denominazione “iWatch“?
In ogni caso, Apple dovrà aver inevitabilmente liberato il campo da possibili equivoci ben prima del lancio del suo primo “dispositivo indossabile”. L’orologio intelligente col simbolo della Mela, probabilmente dotato di tutta una serie di funzionalità tipicamente proprie di uno smartphone, potrebbe debuttare già entro la fine dell’anno od, al più tardi, nel 2014.