Mercury Research ha pubblicato i risultati della sua nuova ricerca, aggiornata al secondo trimestre 2021, sul mercato sulle CPU.
Stando ai dati resi noti in queste ore le vendite di processori x86, feudo di Intel e AMD, sono diminuite rispetto al trimestre precedente ma sono rimaste complessivamente forti se paragonate con lo stesso periodo dell’anno scorso.
Nell’ultimo trimestre si è registrato un importante aumento delle vendite di CPU per sistemi server con Intel e AMD che crescono di oltre il 10% trimestre su trimestre. Mercury si aspetta che questa tendenza possa proseguire nel corso di tutto l’anno.
L’attenzione di AMD sul segmento mobile e quella di Intel sui sistemi desktop hanno portato a guadagni di quote di mercato rispettivamente del 2% e del 2,3%.
Le vendite dei SoC ARM hanno continuato a crescere spinte dalle performance fatte siglare dai Chromebook e dai prodotti Apple basati sul chip M1: ora rappresentano circa il 7% delle CPU per PC passando da meno del 2% solamente un anno fa.
AMD ha complessivamente evidenziato una crescita convincente su tutto il comparto dei processori x86 passando al 16,9% del mercato con un +7,3% su base annua. Si tratta del balzo in avanti più robusto mai fatto segnare dalla società di Sunnyvale dal 2006 a questa parte.
Dopo anni di tentativi nel competere con Intel usando processori Opteron e Athlon, AMD nel 2017 ha lanciato un’architettura di processori completamente nuova chiamata, come sappiamo, Zen. Ad oggi si sono susseguite 5 generazioni di processori basati su Zen venduti sotto due marchi principali: Ryzen per PC consumer e workstation ed EPYC per i sistemi server.
Le prestazioni assicurate dai prodotti figli dell’architettura Zen hanno permesso di battere l’offerta della rivale Intel su più versanti: benchmark e applicazioni del mondo reale, efficienza energetica, rapporto prezzo-prestazioni.
L’architettura Zen è ora alla sua terza revisione: i processori 5800X e altre CPU desktop della serie 5000 sono basate su Zen 3 mentre Zen 4 è attualmente in lavorazione.
Con la pandemia le vendite di PC sono cresciute molto e gli esperti del settore che ritenevano i computer tradizionali come una razza in via d’estinzione si sono dovuti ricredere.
La battaglia tra Intel e AMD si giocherà adesso, e molto, sul piano sulla scarsità di chip e silicio e quindi sulla velocità con cui le due aziende potranno produrre i rispettivi processori. Sotto la guida di Pat Gelsinger la società di Santa Clara sta facendo pesanti investimenti in tal senso mentre AMD si affiderà all’incremento produttivo assicurato dai partner.
Al Computex di giugno scorso AMD ha annunciato una nuova tecnologia di stacking 3D che sfrutta proprio le ultime capacità produttive di TSMC.
Il fatto che Amazon, Apple, Google e altri giganti tecnologici possano ora progettare i propri processori se Intel e AMD non offrono soluzioni adeguate potrebbe comunque alterare profondamente l’industria dei semiconduttori in un momento in cui i nomi più noti stanno affrontando prolungati problemi di fornitura di silicio. Tanto che si sa già che Intel produrrà anche chip ARM e RISC-V per conto di terzi mentre AMD sta studiando un SoC alternativo all’Apple M1.