Uno dei più grandi problemi a livello mondiale è la penuria di acqua potabile, soprattutto nei Paesi sottosviluppati. In diverse nazioni, poi, il prelievo di acqua potabile per il consumo umano è molto costoso e non è accessibile a tutti.
Stando ai risultati di uno studio elaborato dai ricercatori della Monash University e dell’Università del Kentucky, il problema legato all’indisponibilità di acqua potabile potrebbe essere, in futuro, risolto più facilmente.
Gli accademici hanno infatti scoperto che il grafene, materiale che nel settore dell’elettronica è destinato ad aprire scenari estremamente interessati, sarebbe in grado di purificare l’acqua meglio di qualunque altro filtro ad ogni utilizzato.
La ricerca è stata già pubblicata dalla prestigiosa rivista Nature (vedere questa pagina) anche perché, stando agli accademici statunitensi, le proprietà del grafene erano già note ma fino ad oggi non si era mai creato un composto – potenzialmente pronto per la commercializzazione – in grado di fungere davvero da filtro.
Il grafene permetterebbe la rimozione dall’acqua di qualunque elemento più grande di un nanometro, ossia 100.000 più piccolo rispetto ad un capello. Inoltre, sarebbe decisamente più durevole e consentirebbe di ottenere acqua otto volte più pulita rispetto a qualunque altro filtro conosciuto.
Il gruppo che ha lavorato sull’esperimento sta adesso collaborando con Ionic Industries per avviare la ricerca di fondi in modo da arrivare nel più breve tempo possibile al lancio commerciale.